Più controlli all’Adunata

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    Ho lasciato passare un po’ di tempo per raffreddare le emozioni che ogni Adunata suscita in ogni mia fibra fatta di Dna alpino. Un’altra bella, bellissima Adunata. Unica nota negativa: tanto, troppo olezzo di cannabis e pattume lasciato in mezzo a vie e piazze appestate il sabato sera da giovinastri barcollanti ai quali non importa nulla degli alpini… gli alpini e chi li accompagna lasciano il pattume nei trabordanti contenitori, non in mezzo alle piazze… forse invece di buttar fuori i trabiccoli sarebbe meglio buttar fuori chi con noi e con i nostri valori non c’entra niente… non ho visto nessuno di loro ai bordi della sfilata domenica, solo mamme e nonne con gli occhi lucidi e bambini felici col loro cappellino o la loro bandierina orgogliosi del papà o del nonno.

    Chiaro che le nostre città non sono fortezze e in un Paese democratico ognuno va e viene dove vuole… ma non come vuole. Basterebbe qualche controllo in più e l’orda selvaggia certa dell’impunità diminuirebbe… mentre a Trento e a Treviso mi sembra che sia aumentata… Mi vedo già Milano.

    M.B.

    Il problema che tu sollevi è un problema reale. Purtroppo le nostre Adunate si prestano ultimamente a richiamare frotte di amici della notte che di alpino non hanno nulla, ma che sono attratti dalla possibilità di trasgredire assecondando stili di vita che non fanno onore a nessuno. Personalmente ritengo che siano necessari alcuni accorgimenti fondamentali. Il primo è quello di consentire agli alpini di entrare e campeggiare il più possibile dentro alla città, evitando che alla sera debbano ritirarsi a chilometri di distanza lasciando campo libero ai… vandali. In secondo luogo le amministrazioni locali dovrebbero impedire di trasformare alcuni locali del posto in vere e proprie discoteche dove ci si assorda coi volumi sparati, che mortificano i nostri tantissimi e straordinari cori alpini e le nostre fanfare. Infine penso che non sarebbe cosa negativa avere forze di polizia in borghese che girano tra la gente, richiamando chi si sente in diritto di fare i propri comodi e le proprie porcate.