Effettivamente c’è da essere nauseati da un pensiero (espresso nella lettera Quanta retorica) così irriguardoso verso la Patria considerandola piccola realtà ingiusta. In questo modo si contribuisce alla perdita di valori in generale, con particolare riferimento al dovere che ogni soldato compie. Per quanto riguarda il servizio civile alternativo ai tempi della naja, avrei qualcosa da dire sui motivi di opportunismo e convenienza che hanno consentito di evitarla.
Giuliano Bertaia Mede (PV)
Il nostro è un paese che si regge sui campanili e sugli interessi, piuttosto che su valori condivisi. Nemmeno l’orgoglio di appartenere ad un grande paese, dalla straordinaria tradizione civile e culturale, riesce a darci un’identità. Il servizio militare, con tutti i limiti, qualcosa seminava e noi alpini ne sappiamo qualcosa.
Pubblicato sul numero di gennaio 2010 de L’Alpino.