Pellegrinaggio al monte Gr nten, in Baviera

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    Vi si recano da 57 anni i Soldati da Montagna tedeschi in congedo e quelli in servizio delle caserme di F ssen, di Mittenwald e del Baden W rtemberg. L’omaggio ai Caduti e alle vittime civili di guerra Presente una delegazione ANA.

    Per la prima volta, l’11 settembre scorso, la Sede Nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini è stata presente, accanto alla Sezione ANA Germania, a Sonthofen, sulle Prealpi bavaresi dell’Allgäu, nei pressi della frontiera svizzero tedesca, per l’annuale pellegrinaggio al sacrario del Monte Gr nten. L’invito era stato rivolto personalmente al nostro presidente nazionale Perona dal comando della 10ª Divisione corazzata, da cui dipende la 23ª Brigata Gebirgsjäger, e dai rappresentanti dell’Associazione che cura le o­noranze al Gr ntendenkmal. In relazione tuttavia, ai pregressi coincidenti impegni in Canada, il presidente ha dovuto con dispiacere rinunciare e mi ha o­norato, chiedendomi di rappresentarlo nella circostanza.

    Sulla cima del Gr nten (1.736 m), da cinquantasette anni, i soldati da montagna tedeschi, in congedo ed in servizio (quest’anno oltre cinquanta ragazze e ragazzi provenienti dalle caserme di F ssen, di Mittenwald e del Baden W rtemberg hanno raggiunto con due ore di marcia la vetta), le associazioni degli ex combattenti dell’Allgäu e della Baviera, ma anche del W rtemberg e di altri Länder federali si ritrovano con una quantità di cittadini per rendere omaggio alla memoria dei Caduti e delle vittime civili di guerra. Una manifestazione di grande rilievo, dunque. Più esattamente la seconda, per importanza, dopo quella che, a Pentecoste, si svolge in vetta all’Hohen Brendten, presso Mittenwald. Noi veniamo qui ormai da tre anni , dice Giovanni Sambucco, presidente della Sezione ANA Germania, mentre, lungo la cresta terminale del monte, avvolta purtroppo da una fitta nebbia, ci portiamo verso l’area sacra. Ogni anno prosegue la presenza degli alpini in congedo quassù aumenta, sempre più gradita da parte dei nostri amici tedeschi.

    Quest’anno, accanto ai miei della seconda naja’ ci sono quelli di Aalen e di Augsburg, sono presenti anche una ventina di penne nere di cinque gruppi (Porlezza, Claino con Osteno, Carlazzo, Rampogno Verna) della Sezione ANA di Como, che offriranno un omaggio floreale con i nostri simboli associativi . Mentre conversiamo, arriva la corona dell’ANA, recata da due Gebirgsjäger: fronde di pino verdissime e fiori dai colori luminosi. Sul nastro tricolore, a grandi caratteri d’oro, la scritta: Gli Alpini. Sono estremamente grato al presidente nazionale, che so impegnato in Nord America, per averti delegato in questa occasione continua Sambucco io so quanto l’attenzione e la presenza ufficiale dell’ANA nazionale a questi momenti di raccoglimento sia importante, per i Gebirgsjäger e per noi. La montagna unisce e noi tutti, quassù ed insieme, lo stiamo testimoniando .

    Gli ricordo, allora, che, ancorché senza vessillo, per espresso desiderio del Presidente Giorgio Chiosso in quel momento rappresento anche i dodicimila associati ai 150 gruppi della Sezione ANA di Torino. Sambucco sorride, soddisfatto, mentre stringe le mani di una quantità di amici, vecchi e nuovi. Si schierano le insegne bellissime e pesantissime delle varie associazioni di combattenti e di riservisti tedeschi: il vessillo della Sezione ANA di Germania e i gagliardetti di Gruppo sono accanto a loro. In cima alla breve scalinata, alla destra della lapide più antica che ricorda gli oltre tremila Caduti del 3º reggimento Gebirgsjäger nella Grande Guerra, viene apprestato l’altare. Celebrerà la Messa l’ultraottantenne mons. Hermann Völck, che a Creta, con i paracadutisti, si guadagnò la prestigiosa Ritterkreuz. Giovanni Camesasca, direttore responsabile de Il Transalpino , ed alcuni volenterosi bavaresi ci tempestano di foto. Lampi di flash nella nebbia, barbagli di luce sull’oro delle insegne.

    Dopo il rito religioso, ordinatamente, al rullo continuo di un tamburo (così usa, in Germania, per rendere o­nore a chi è andato avanti ) vengono chiamate al Sacrario le corone, tantissime. Quando tocca all’ANA, Sambucco ed io saliamo dietro ai due soldati che depongono la nostra corona ai piedi dell’altissimo culmine del monumento. Aggiustiamo il nastro, sostiamo brevemente sull’attenti, la mano alla falda del cappello. Mentre riprendiamo posto nei ranghi, inaspettate quanto commoventi e solenni, dagli ottoni della Musikkappelle (banda musicale) di Sonthofen si alzano le note del nostro Silenzio.

    Un omaggio commovente ai Caduti, senza dubbio, ma anche un segno d’amicizia agli alpini d’Italia che oggi sono qui, numerosi. Ancora un momento solenne: la cerimonia è chiusa dall’inno bavarese, da quello nazionale tedesco e dalle vivaci note della marcia dei Gebirgsjäger, che tutti ascoltiamo sull’attenti, in unanime compostezza. Scendiamo, mentre la nebbia qua e là si squarcia, rivelando un verdissimo paesaggio di monti, di colli digradanti e di laghi che luccicano come argento forbito. Più tardi, durante il breve ricevimento a Sonthofen, consegno a nome del presidente nazionale i crest associativi al maggiore Anton Gerl, comandante interinale del Gebirgslogistikbattalion 8 (8 Battaglione Logistico da Montagna) di F ssen, dove sono stato ottimamente ed amichevolmente ospitato (a proposito, un grazie particolare al mio mentore, tenente Jörg Langer), al secondo presidente della Truppen und Gebirgsjäger Kameradschaft, Hans Singer (associazione cui compete l’organizzazione della cerimonia e la cura del monumento) ed a Mons. Völck, l’entusiasta ottuagenario parroco del Gr nten .

    Un grazie particolare per la vostra cordiale ospitalità , dico loro, cercando di scandire bene le parole nel mio tedesco un poco appannato. Ed aggiungo: Sono certo che non dimenticherò assolutamente questa giornata con voi, tra queste montagne . Quando scendo dal palco, mi si fa incontro sorridente un Gebirgsjäger in mimetica: Allora, ci rivedremo l’anno venturo! , mi dice, stringendomi la mano.

    Adriano Rocci