PARMA Busseto: nuovo gruppo, con 131 neo iscritti

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    Ho avuto la ventura di veder sorgere, nella mia terra, un gruppo alpini: un fatto straordinario se si pensa che Busseto è a 40 metri sul livello del mare, a 8 chilometri dal Po e una ventina dai rilievi appenninici di Salsomaggiore. L’iniziativa di Dante Pederzani e di Silvano Dondi, alpini doc, consorziatisi con gli alpini di Zibello e di Polesine, comuni confinanti, ha raggiunto 131 alpini che non erano ancora iscritti, gli ultimi sei dei quali arruolati nello stesso 15 aprile, giorno dell’inaugurazione del gagliardetto.

    Madrina dell’avvenimento la signora Evelina Maffini. Erano presenti due rappresentanti della sede nazionale: il vicepresidente nazionale Alessandro Rossi e il tesoriere Michele Casini, i reduci di Russia: serg. magg. Dino Saracchi, alpino Lino Coruzzi e alpino Angelo Camorali. Poi i vessilli di Parma, Reggio Emilia e Como, quest’ultimo accompagnato da 7 gagliardetti e da circa 40 alpini del lago che hanno voluto marcare la loro presenza accanto allo scrivente, consigliere della sezione; in totale 67 gagliardetti di 7 sezioni; inoltre, i labari dei paracadutisti di Parma e degli autieri di Busseto; tre i sindaci: Luca Laurini di Busseto, Manuela Amadei di Zibello e Andrea Censi di Polesine con i loro gonfaloni.

    Per la sezione di Parma il presidente Maurizio Astorri con i tre vice presidenti, cinque consiglieri e tre revisori; con loro dodici volontari della P.C. guidati da Gianni Guerci. Per i Carabinieri, il maresciallo Enzo Coletta. Ha accompagnato la cerimonia la banda cittadina. Alla messa il parroco don Stefano Bolzoni ha pronunciato un’omelia di elevato sentimento cristiano e alpino; il coro, eccellente, era diretto dal fratello, don Tarcisio. A esso si plasmava il coro sezionale Monte Orsaro , che alternava le nostre cante a quelle della funzione.

    Coadiuvava il diacono Giorgio Cebrian, spagnolo di nascita, oggi cittadino italiano, alpino del 1º reggimento, baritono di fama internazionale che si è esibito, applauditissimo, al termine del pranzo, in due pezzi del Trovatore e del Macbeth. La cerimonia si è conclusa sullo scalone d’onore della Rocca, sede del Comune, davanti alle lapidi dei Caduti con i discorsi del capogruppo, Dalledonne, del Sindaco di Busseto, di Astorri e di Rossi. Busseto, romana, longobarda e carolingia, dal XII secolo fu capitale di uno stato retto dai Pallavicino (addolcimento del cognome Pelavicino, con chiaro riferimento alle attività per così dire disinvolte del casato) e si destreggiò tra i potenti che la circondavano per tramontare nel 1585, fagocitata dai Farnese.

    Quarantadue anni prima vi si incontrarono Carlo V e papa Paolo III che le riconobbero il rango di città. Verdi e Guareschi ne sono i più insigni rappresentanti. Vanta la Collegiata del XV secolo, la Rocca che ingloba un teatro paragonabile a una Scala in miniatura, la villa Pallavicino, severo maniero a cinque corpi difensivi e la chiesa di Santa Maria del 1470, ove si trova una Pietà di Guido Mazzoni con statue in terracotta. Zibello e Polesine conservano bei palazzi dei Pallavicino. Così, da una plaga carica di ricordi storici e culturali è sorto questo gruppo alpini che che si è dato il nome di Terre del Po . Sono gli alpini della Bassa, quelli che dagli anni cinquanta andarono a irrobustire il 4º Corpo d’Armata forte, allora, di 29.000 uomini. Questo 15 aprile li abbiamo visti all’opera: giovani e meno giovani, entusiasti e convinti: un balsamo, quando pensiamo al futuro associativo.

    Cesare Di Dato