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Mai come in questi ultimi tempi si ha l’opportunità, tramite i mezzi d’informazione e divulgazione, di approfondire in maniera esauriente, più veritiera e costruttiva, la storia dei due conflitti mondiali. Costruttiva e riflessiva la grande morale che se ne ricava: che alla fine di tali carneficine militari e civili non ci sono né vinti né vincitori, ma solo perdenti.
Nella mattinata dell’ultimo giorno dell’anno scolastico 2016/2017, presso l’istituito di scuola primaria Enrico Fermi di Polpenazze del Garda, gli alunni della classe 5ª sono stati premiati per il concorso “Il milite… non più ignoto”, dal Presidente della Sezione Romano Micoli, alla presenza del Capogruppo Claudio Mazzacani.
Sette le piazze in Italia - Asti, Firenze, Monza, Piacenza, Pistoia, Pordenone e Verona - che hanno visto protagonisti i volontari della Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Alpini nella campagna informativa “Io non rischio”. L’iniziativa, giunta al settimo anno, è promossa dal Dipartimento nazionale di Protezione Civile in tutte le città capoluogo di provincia. “Io non rischio” è una campagna di comunicazione nazionale sulle buone pratiche di protezione civile. Ma ancora prima di questo, è un proposito, un’esortazione che va presa alla lettera. L’Italia è un paese esposto a molti rischi naturali, e questo è un fatto.
Alla siccità che durava ormai da mesi si è aggiunto il forte vento e, alla fine di ottobre, sulle montagne della Valsusa, da un focolaio, le fiamme si sono prorogate a dismisura. Una situazione drammatica che ha visto anche gli alpini intervenire con le squadre dell’antincendio boschivo. Solo grazie al massiccio intervento dei canadair, degli elicotteri, dei Vigili del Fuoco e dei volontari, dopo una settimana si è riusciti a domare le fiamme, anche se l’opera di bonifica si è prolungata per parecchi giorni.
Lo scorso 24 novembre, presso
Lo scorso 10 novembre presso il Circolo Ufficiali dell’Esercito di Torino di Palazzo Pralormo, alla presenza del vice comandante delle Truppe Alpine gen. D. Massimo Panizzi e di altre autorità civili e militari locali, si è svolta la cerimonia di avvicendamento al vertice del Comando Militare Esercito “Piemonte”. Il colonnello Fulvio Marangoni, che rimarrà nella storia come il primo comandante del Cme “Piemonte”, nato il 5 luglio 2016 dalla riconfigurazione del Comando Regione Militare Nord, lascia la guida del Comando territoriale piemontese, dopo poco più di 16 mesi, al suo parigrado colonnello Andrea Mulciri, proveniente dal Comando brigata alpina Taurinense, dove ha ricoperto l’incarico di Capo di Stato Maggiore.
L’abbraccio della gente e delle penne nere ai vincitori del 43º Premio “L’alpino dell’anno”, ha portato, come ha ricordato il Presidente della Sezione di Savona Emilio Patrone, «una folata d’aria pulita, sana, che tutti vorremmo assaporare più spesso, colma di serenità di principi e di amore per la nostra terra». Il significato del riconoscimento è proprio quello di poter condividere con la gente quei gesti di umana solidarietà, spesso definiti eroici, ma che in realtà sono semplicemente naturali per chi li ha compiuti. A testimoniare che i valori, i doveri, l’amore per il prossimo esistono ancora. «Credetemi - aggiunge Patrone - far parte della giuria del Premio non è cosa semplice: si leggono e rileggono più volte le motivazioni e si vorrebbe premiare tutti, perché tutti meritano le nostre attenzioni e sono uomini particolari».
L’Associazione “Military Historical Center” di Udine, presieduta dal ten. Roberto Machella, in collaborazione con le Associazioni d’Arma della Regione Friuli Venezia Giulia e del Gruppo di coordinamento “Albo d’Oro”, che ha sede presso la Sezione Ana di Udine, ha omaggiato i 529.025 soldati Caduti, dando prova di riconoscenza per il tributo di sangue dato da tutte le famiglie italiane per la Patria.
Grazie alla costanza di Renato Bucchioni, a Debeduse (La Spezia), in occasione dei festeggiamenti del patrono San Pietro è stato ricordato l’alpino Gino Cecchi con una targa commemorativa posta nel paese natale del giovane eroe. Gino Cecchi nasce il 31 marzo 1922 da Oreste e Giulietta Cecchi. La famiglia è composta da cinque maschi e due femmine. Gino frequenta fino alla terza classe le scuole a Borseda, poi la quarta e la quinta a La Spezia.
Ho letto la lettera di Luigi Di Meglio su L’Alpino di agosto-settembre e non ho saputo tacermi. Il ragionamento che lui fa è coerente per chi, nella vita, ha cercato il posto sicuro (ed essere dipendente statale ne è la massima espressione), ma lontano da chi è alpino. Sono un Capogruppo Ana della Sezione di Colico (sergente del Susa), figlio di un reduce di Russia del Morbegno; ho vissuto lavorando, per 40 anni, nei cantieri di mezzo mondo e credo che sei mesi di servizio per la Patria, chiamatelo militare o civile, equivarrebbero, per me, ad una “vaccinazione contro l’apatia” dei giovani odierni.
Il gagliardetto del Gruppo di Oleggio è arrivato al campo di concentramento di Mauthausen, portato in bicicletta dall’alpino Gianpaolo Sonzini (nella foto). Un viaggio nella memoria, ma non solo. Partito da Oleggio, pedalando per chilometri in una cornice dove la natura l’ha fatta da padrone, Gianpaolo, in sella alla sua bicicletta, è passato dalla Svizzera, dalla Germania e dall’Austria per arrivare nella città bagnata dal fiume Inn che durante la Seconda Guerra Mondiale vide compiersi disumane tragedie.