Onestà e solidarietà

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    Non si poteva trovare un binomio più adeguato per coniare il motto dell’Adunata 2013. Sempre più spesso penso, a fronte dei battibecchi insulsi e burattineschi che vorrebbero essere la voce della politica, quanto poco sarebbe necessario per spazzare via il luridume degli inganni e delle prese in giro che sempre più sfrontatamente insozzano i valori e le virtù del nostro popolo.

    Veramente, se la “cosa pubblica” fosse gestita da persone oneste e votate alla solidarietà sociale, allora sì che energie, risorse di cultura, volontà di realizzazione finalizzata al bene comune, entusiasmo per un’opera sublime di affratellamento potrebbero fare un tutt’uno capace di dare soluzioni via via più garanti di riuscita ai pesanti problemi che gravano quotidianamente sulla nostra società: disoccupazione, sicurezza, scuola, sanità, sperequazioni sociali, non ultima quella dei disperati che vanno a frugare nei cassonetti per recuperare qualcosa da mettere sotto i denti e di quella alta percentuale di persone che consumano pasti fatti di un unico piatto di pasta, ma anche di coloro, e non sono pochi, che sguazzano nei milioni e insultano con il proprio comportamento una miseria ormai dilagante.

    E non è neppure il caso di pensare a recidere l’organo ammalato, come vorrebbe fare qualcuno, quando si parla di tagliare l’Italia in due, per arricchire e proteggere una parte, relegare quell’altra nell’inedia perpetua. Non pensano costoro che il sacro suolo italiano, unito com’è oggi, è costato sacrifici immensi di vite e di lavoro? Non pensano che recidere in due la nostra amata Patria significa abbracciare una scelta demenziale? Perché l’Italia, l’Italia tutta, è una miniera ricchissima di risorse, dalla cultura all’arte, alle menti illustri, al lavoro, alle industrie, alla produzione agricola, al turismo. Credo di dire il vero se sostengo che in tutte queste cose il nostro Paese non è secondo a nessuno al mondo.

    Mario Bruno – Barge (Cuneo)

    Onestà e solidarietà. È vergognoso solo il pensare che dobbiamo tutelarle come due animali in via di estinzione. Si tratta in realtà di virtù che stanno alla base del grande patto sociale, quello non scritto nei codici, ma che è fondamentale per garantire la convivenza di un popolo. Senza questi valori, c’è posto solo per la cultura di Caino, fatta di opportunismo, arroganza e violenza, con gli esiti evidenti, che sono sotto gli occhi di tutti.