«Non andate via!»

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    Grazie e grazie… Lo ripeteremo ogni volta che penseremo a voi. Questi giorni, questo raduno così grande, così oceanico, un po’ l’avevamo temuto. Non vi conoscevamo, non sapevamo nulla, o quasi, della vostra vitalità, del vostro coraggio, della vostra allegria e delle vostre musiche. Il primo giorno vi abbiamo guardato un po’ con curiosità e molto con sospetto. 

    La notte bianca però ci ha dato, all’improvviso, con i suoi, o meglio, con i vostri cori, suoni e luci l’immagine di un’Italia vera, anche nostra, lontana dalle divisioni delle regioni e dei dialetti, dai pregiudizi… da voi superate con fraterna allegria. Siete stati meravigliosi! Vi abbiamo ammirato sulle navette, sballottati nei lunghi percorsi fra le tortuose strade della nostra e “vostra” L’Aquila. Abbiamo ascoltato le vostre canzoni, a noi sconosciute, abbiamo riso dei vostri simpatici e incomprensibili dialetti, abbiamo veramente ricavato gioia e allegria dalle ore che abbiamo trascorso, pigiate, contorte, circondate da voi, nelle strade del nostro amato centro storico, simboli di un’Italia vera, non supponente, non ostile a quella terra che è chiamata “il solito lamentoso meridione”. «Non andate via!» Noi speriamo almeno che non scompaia quell’aria, quello spirito con il quale ci avete inondato di allegria, di coraggio, di italianità. Noi siamo qui, vi abbiamo ammirato e sogniamo un vostro ritorno, ripetiamo, non solo come alpini, ma come veri italiani, pronti a capirci, a darci forza e ad aiutarci (come avete già fatto) e non solo a criticarci e a umiliarci. Voi siete stati e sarete sempre i “nostri Alpini”, quelli che hanno dato a L’Aquila, a quella città tormentata e incerta, tanti suoni, tanti sorrisi e… sinceramente, tanto affetto e tante speranze. Grazie e W gli Alpini.

    Alessia Spezzaferri, Preturo (L’Aquila)

    Questa è la lettera di una giovane ragazza aquilana, contagiata dallo spirito alpino. Mi chiedevo se a volte noi alpini ci abbiamo fatto l’abitudine alla bellezza delle nostre manifestazioni. Qualche volta sta bene che siano gli altri a prestarci gli occhi e il cuore, per capire quanto bella e importante è la scia che lasciamo dopo il nostro passaggio.