Nel segno della memoria

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    È venerdì 12 maggio, qualche minuto prima delle 9. Per fortuna le nuvole hanno lasciato il posto al sole che ora scalda l’aria. In Piazza della Vittoria a Treviso tante penne nere. Si respira nell’aria l’eccitazione e la frenesia che precedono le grandi cerimonie. La tribuna è gremita e lungo la via che porta alla piazza, dietro alla transenne, gli alpini e la gente aspettano l’inizio. La piazza è incorniciata dagli alpini schierati con i loro vessilli e gagliardetti e nei loro volti si legge la gioia e la fierezza di essere lì a rappresentare il proprio Gruppo o la propria Sezione. I gonfaloni di città, province e Regione sono allineati. Un trionfo di colori.

     

    I fotografi e i giornalisti aspettano con impazienza. Lo speaker è pronto. Gli ultimi accorgimenti e si comincia. In contemporanea a Treviso, a Moriago della Battaglia, al sacrario del Monte Grappa, a quello di Nervesa della Battaglia e al sacrario di Fagaré si rendono gli onori alla Bandiera italiana, simbolo della nostra identità e del nostro senso di appartenenza, e ai Caduti della Grande Guerra. Inizia così, in ricordo del centenario della Prima Guerra Mondiale, la 90ª Adunata nazionale degli alpini, l’Adunata del Piave.

    In questo modo particolare e unico finora l’Adunata vuole abbracciare i luoghi della memoria dandone nuova vita in un grande presente. «Una grande Adunata anche e soprattutto per quello che rappresenta, per questo centenario. È importante ricordare, avere memoria di tutti coloro che ci hanno preceduto». Queste le parole del comandante delle Truppe Alpine, gen. C.A. Federico Bonato. Il Presidente nazionale Sebastiano Favero in una intervista enfatizza la singolarità della cerimonia: «È stata proprio una bella iniziativa quella di onorare il Tricolore nei luoghi sacri della Grande Guerra; un momento importante e significativo per ricordare tutti i Caduti ». Ma la cerimonia solenne dell’alzabandiera si svolge a Treviso, città che ospita la 90ª Adunata, Medaglia d’oro per quanto ha subìto e per come ha reagito durante la Grande Guerra, soprattutto per il coraggio della popolazione.

    Sulle note del Trentatrè sfila il Labaro, scortato dal Presidente Favero, dal gen. C.A. Federico Bonato, e dal Consiglio Direttivo Nazionale. Dopo gli onori fanno il loro ingresso in piazza il vessillo della Sezione di Treviso e a seguire i gonfaloni della città di Treviso e della Regione Veneto, presenti il sindaco di Treviso Giovanni Manildo e il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia. L’Inno nazionale accompagna l’alzabandiera. L’occhio sale verso il cielo blu nel quale sventola il Tricolore. E l’emozione aumenta.

    La deposizione della corona d’alloro al monumento ai Caduti conclude la cerimonia. L’occhio indugia su quel monumento in cui le sedici statue in bronzo sembrano muoversi come in una danza funebre tra le colonne troncate, i compagni d’arme e le madri addolorate che portano il commilitone caduto nel tempio della gloria. Il presente e il passato. Chi siamo e chi siamo stati. L’alzabandiera è questo. Ma è anche energia ed eccitazione. Il momento in cui l’Adunata di Treviso inizia.

    Federica Malaggi