Mondo alpino

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    L’incontro dei vertici dell’Associazione con le delegazioni ANA all’estero si è tenuto al Teatro Verdi, gremito in ogni ordine di posti. Tante penne nere che vivono all’estero hanno sentito il richiamo dell’Adunata e del Belpaese e sono giunte a Pordenone per rappresentare le 28 tra Sezioni e Gruppi autonomi d’oltremare e le 8 Sezioni europee. Sul palco con le autorità militari e civili c’erano il presidente dell’ANA Sebastiano Favero, il delegato alle Sezioni all’estero Ferruccio Minelli e Renato Cisilin, responsabile della Commissione IFMS, la Federazione Internazionale dei Soldati di Montagna che ha lo scopo di consolidare i rapporti di conoscenza e amicizia tra i soldati di montagna nel mondo.

     

    “Ai nostri connazionali che vivono all’estero va il grande ringraziamento – ha esordito Minelli rivolgendosi alla platea – perché lontano da casa non avete dimenticato di essere italiani e alpini!”. E ribadisce che l’Associazione è a conoscenza dei problemi che affliggono le Sezioni all’estero, legati principalmente all’aumento dell’età e al mancato ricambio generazionale, “anche in un periodo in cui c’è nuovamente emigrazione dei giovani che però non hanno svolto servizio militare e che quindi non possono più essere legati al mondo alpino”. Ricordiamo che sono circa 3.400 i soci dell’ANA all’estero e che negli ultimi quattro anni c’è stato un calo del 6,2% degli iscritti tra gli alpini e del 2,3% tra gli aggregati.

    Sarà difficile invertire questo andamento negativo ma l’Associazione presta un’attenzione particolare ai connazionali all’estero, dimostrata dal fatto che le delegazioni che si recano in visita non hanno solo una funzione di rappresentanza, ma cercano un confronto costruttivo, in modo da poter fornire utili consigli alle Sezioni, perché possano essere più incisive e affrontare la grande sfida dovuta al calo delle iscrizioni. Perché perdere una Sezione all’estero non vuol dire solo avere meno alpini, significa soprattutto perdere un affaccio privilegiato per far conoscere il nostro Paese nel mondo.

    “Siete i fiori all’occhiello della nostra Associazione – ha ribadito il presidente Favero – e vorremmo fermare il tempo per avervi sempre con noi. Sapremo trovare le soluzioni per non perdere questo grande patrimonio che abbiamo in tutto il mondo”. Parole che hanno il sapore di un auspicio e una promessa.

    L’incontro è stato anche l’occasione per salutare i delegati della IFMS, rappresentata ai massimi livelli dal segretario generale, brig. gen. Bojan Pograjc. Il presidente dell’IFMS Cisilin ha salutato i rappresentanti dei dieci Stati aderenti e in particolar modo i soldati da montagna del Montenegro, l’ultima nazione che ha aderito alla Federazione. Il sindaco di Pordenone Claudio Pedrotti ha parlato dell’orgoglio della città per una manifestazione che “ha una forte valenza per il futuro perché l’energia, l’ottimismo e il senso di amicizia che porta l’Adunata è quello che questa città vuole per risolvere i suoi problemi (principalmente quelli occupazionali n.d.r.) e andare avanti”.

    Parlando dei tanti emigranti del territorio rammenta un valore unico perché “gli italiani che vivono all’estero sono la dimostrazione che la nostra tradizione e la cultura non si cancellano, ma si consolidano nel tempo”. Il presidente della Provincia Alessandro Ciriani ha ricordato che “il grande senso civico e la solidarietà degli alpini sono valori che dobbiamo iniettare nel nostro sistema che sta perdendo punti di riferimento”. E ricorda come il “forte senso di Patria che custodiscono i nostri connazionali all’estero è quell’amalgama di valori, di principi, di tradizioni e di lingua che trasformano gli individui in un popolo. Anche questo sono gli alpini”.

    Il vice presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello ha parlato della presenza costante delle penne nere, dall’aiuto in occasione del terremoto del Friuli nel 1976, al sostegno durante il terremoto economico che sta devastando la regione. Un riconoscimento al grande lavoro e alla presenza degli alpini negli anni è stato tributato anche dal Rotary Club Pordenone, intervenuto con il presidente Giorgio Pertegato, che ha consegnato una targa al presidente della sezione di Pordenone Giovanni Gasparet: “Con gratitudine e ammirazione per il costante ed esemplare impegno sociale profuso con dedizione, entusiasmo e spiccato senso di solidarietà a beneficio della collettività locale e nazionale”.

    Valori che sono stati rievocati anche dall’ordinario militare mons. Santo Marcianò con delle appassionate parole: “Visitando la Cittadella ho chiesto ad un bambino: Vorresti fare l’alpino da grande? Ma io sono alpino! ha risposto convinto, a dimostrazione che c’è un’identificazione tra l’essere e l’essere alpino. L’Alpino è nei cromosomi, nel Dna: l’Alpino non è uno che fa qualcosa, l’Alpino è qualcuno. Il valore è l’Alpino. Siete voi questo grande valore”.

    Matteo Martin