Mariolina: La mia adunata

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    Ci sono mille cose che vorrei raccontare di questa adunata, la mia prima adunata…
    È difficile però poter descrivere quel che si prova a sentirsi parte viva di una così grande famiglia, stretti e vicini e meno soli in mezzo a tutti quei cappelli, l'uno diverso dall'altro, immagine di quel che è e di quel che fu, del passato di ognuno, della naia e delle adunate…
    È costante e continua la sensazione di esser a casa propria, una casa senza tetto né confini, animata da migliaia di cuori alpini dall'animo nobile…
    Sfilano l'uno accanto all'altro, l'uno dopo l'altro… marciano con lo sguardo fiero e orgoglioso. Sorridono e si commuovono, i miei alpini, perché con loro sfila l'orgoglio di infondere a ciascun spettatore un ideale sincero e semplice, un ideale sì, ma tangibile che porta con sé emozione, commozione e trepidazione; sensazioni che penetrano, si diffondono e scorrono e restano in noi per sempre.

    L'appartenenza, senza sforzo alcuno, a un gruppo animato da una forza che ti porta lontano, la nobile forza di avere gli altri dentro di sè. La forza travolgente di riempire una città di governarla, animarla, cambiarla. Dinnanzi all’immagine del fiume di volti e di cappelli che ho incontrato in questi giorni, non posso che ringraziare Madama Alpinità che un giorno ha bussato alla mia porta e che da allora non mi ha più lasciato. L'Alpinità è un dono, non la si ricerca perché è lei a trovar te.
    E ringrazio chi, ogni giorno, ogni volta, questa Alpinità me la fa vivere, ringrazio i miei alpini e gli amici che mi hanno dato e insegnato molto e continuano a farlo.
    Ringrazio il nostro presidente che rimarrà sempre e comunque il Presidente del nostro cuore.
    E rivedo la sfilata, gli accampamenti, i pentoloni e le tavole affollate, e a ripensarci mi commuovo ancora, ancora una volta.
    Viva l’Italia! Viva gli Alpini!

    Mariolina gruppo di Bareggio