Gravellona Lomellina, un bel borgo di duemila abitanti nella “Bassa”, con le case affrescate e le figure in ferro battuto sui tetti, da oggi ha una nuova casa. È quella costruita dagli alpini per Luca Barisonzi, un progetto innovativo di edilizia per diversamente abili, unico in Italia, firmato ANA dall’idea alla realizzazione. Centotrenta volontari si sono alternati durante i cinque mesi di lavoro che sono stati necessari per la costruzione; sono arrivati da ogni parte d’Italia, dal Friuli alla Sicilia, uniti dalla voglia di condividere un bel progetto. Sono alpini che spesso, come nel caso dei capi cantiere e dei progettisti, hanno anteposto la solidarietà ai loro impegni lavorativi e famigliari.
Sabato 19 maggio in piazza Delucca per la cerimonia di consegna della casa c’era tutto il paese, i vertici dell’Associazione con il Labaro, i volontari alpini, i cittadini – in molti sono giunti anche dal Veneto, oltre che dalle regioni vicine – e tante autorità che hanno accolto Luca con un grande applauso. Un reparto in armi del battaglione “Tolmezzo”, 8° Alpini – lo stesso al quale appartiene Barisonzi – ha reso gli onori al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, gen. C.A. Claudio Graziano e al comandante delle Truppe alpine, gen. C.A. Alberto Primicerj.
Presenti il comandante della Regione Militare Nord, gen. D. Claudio Berto, i comandanti della Julia e della Taurinense, generali Giovanni Manione e Dario Ranieri e i generali di C.A. Francesco Tarricone e Armando Novelli, il sindaco di Gravellona Francesco Ratti il presidente della Provincia di Pavia Daniele Bosone, Ignazio La Russa, che era ministro della Difesa quando Luca fu ferito e l’assessore della Regione Veneto Elena Donazzan. Vicino a Luca c’era il caporal maggiore Matteo Rosa che era con lui in Afghanistan e che lo ha seguito ogni giorno in questi mesi, e il caporal maggiore scelto Ferdinando Giannini, Medaglia d’Oro al Valore e al Merito Civile per aver salvato, perdendo una gamba, i passeggeri di un’auto incidentata.
Sul sagrato della chiesa della Beata Vergine Assunta l’ordinario militare per l’Italia mons. Vincenzo Pelvi e mons. Angelo Bazzari, presidente della Fondazione don Gnocchi, hanno celebrato la Messa. Quindi le penne nere, sfilando, hanno raggiunto l’ingresso della strada dove sorge la nuova casa. Qui il presidente nazionale Perona, il gen. Graziano e il sindaco Ratti hanno inaugurato la via intitolata agli Alpini e hanno scoperto una targa ricordo del Comune: “Agli Alpini, con riconoscenza per i loro servizi alla Patria e alle genti ove hanno prestato la loro opera. Gravellona Lomellina ammira il loro grande cuore dimostrato nella costruzione della casa per Luca”.
La parte della cerimonia più attesa si è svolta davanti alla nuova casa. Il vice presidente vicario Sebastiano Favero – che con i fratelli Claudio e Davide ha curato il progetto architettonico e funzionale- distributivo – ha raccontato i momenti più importanti del lavoro svolto, dal grande aiuto prestato dai volontari, alle numerose ditte che hanno donato materiale e messo a disposizione personale specializzato, alla generosità di alpini e cittadini che hanno donato oltre 800 mila euro, una cifra che quantificando la manodopera e gli altri interventi sfiora un milione e 300 mila euro.
“È un po’ imbarazzante parlare dopo aver sentito tutto ciò che hanno fatto gli alpini, contando che il Comune ha fatto poco e niente, anche se conto che farà in futuro”, ha esordito il sindaco Ratti. “Ammiro la bravura professionale e l’organizzazione delle squadre di volontari, segno che voi alpini nella vita avete lavorato tanto e bene, e siete una generazione che i più giovani dovrebbero prendere come esempio, soprattutto in un momento in cui, in Italia, vediamo persone che pretendono sempre senza saper fare poco o niente”.
Il presidente Perona ha parlato del miracolo che non sarebbe stato possibile senza il “cuore degli alpini e la generosità della gente. Per questo progetto, come per l’Abruzzo, non siamo andati soli: alcuni hanno versato anche solo tre, cinque, dieci euro, ma così facendo ci hanno aiutato non solo economicamente ma anche moralmente in questa nostra avventura”. Perona ha abbracciato Luca, la fidanzata Sarah, la mamma Clelia, il papà Fabio, il fratello maggiore Francesco e i nonni. Poi con il gen. Graziano ha consegnato le chiavi della nuova casa, che è stata benedetta da mons. Pelvi. Quindi Luca e la mamma hanno tagliato il nastro all’ingresso dell’abitazione e sono entrati, tra gli abbracci degli alpini e i sorrisi degli studenti delle scolaresche.
Un ulivo centenario è stato piantato nel giardino della casa. Era stato colpito da un fulmine, ma è una pianta tenace e generosa come gli alpini e come Luca, perché come gli ha ricordato il presidente Perona: “Un passo dopo l’altro dovrai costruire questa tua vita, che sarà anche difficile, ma non ti mancherà mai l’appoggio della nostra Associazione e dei suoi alpini”.
Matteo Martin
Come è nata la “Casa per Luca”
L’IDEA – Dopo la richiesta avanzata dai genitori di Luca Barisonzi tramite il comandante dell’8° Alpini e l’incontro avvenuto in via informale con il presidente nazionale Corrado Perona, il Consiglio Direttivo Nazionale del 9 aprile 2011, su proposta dello stesso presidente Perona decise di fare propria l’iniziativa della costruzione di una casa per l’alpino Luca Barisonzi, in stretta collaborazione con il comando Truppe alpine e in particolare con l’8° reggimento di cui Luca fa parte. Per attuare l’iniziativa è stata costituita una commissione specifica, denominata “Una casa per Luca”, presieduta da chi scrive e composta dai consiglieri nazionali Fabrizio Balleri, Roberto Bertuol, Antonio Munari, Gianbattista Stoppani e Renato Zorio, dal revisore dei conti Luigi Sala e dal coordinatore della Protezione Civile ANA Giuseppe Bonaldi, e fu demandata la gestione pratica operativa per specifiche finalità statutarie alla Fondazione ANA Onlus. Durante la prima riunione del 20 aprile 2011 in Sede Nazionale a Milano, la commissione ha incontrato, alla presenza del presidente Perona, i genitori di Luca e una rappresentanza dell’8° Alpini guidata dal ten col. Baisero. Nell’occasione è stato individuato il terreno sul quale doveva sorgere la casa, sito nel comune di Gravellona Lomellina (Pavia). Per la valutazione dell’idoneità dell’area e della congruità del relativo prezzo è stato delegato Renato Zorio, coadiuvato da Antonio Munari e da Giuseppe Bonaldi per la parte tecnica, e da Fabrizio Balleri per gli aspetti legali.
I VOLONTARI – Scelta l’area si sono dettate le linee su cui il progetto doveva incamminarsi, seguendo i più moderni canoni della progettazione bio-edilizia e domotico-spaziale. Per questo compito ci si è avvalsi della prestazione professionale gratuita dello studio Fa Progetti di Possagno (Treviso), esperto in materia di progettazione socio-sanitaria, che ha provveduto ad elaborare e inserire nello specifico contesto la bozza pensata da Luca. Alla definizione del progetto hanno poi contribuito, gratuitamente, altre figure professionali: i medici e fisioterapisti dell’unità spinale dell’ospedale Niguarda di Milano per la valutazione delle attrezzature necessarie a Luca, l’architetto Luigi De Finis, alpino, per la coprogettazione architettonica e la direzione lavori e per l’espletamento delle pratiche burocratiche, l’architetto Luigi Carretta, amico degli alpini, per la stesura del piano di sicurezza. Piano che per la prima volta ha visto in sintonia con gli organi ispettori, la presenza nello stesso cantiere di imprese e volontari alpini nel rispetto della normativa vigente. L’ing. Gianni Andreazza, amico degli alpini, ha calcolato le strutture di fondazione, mentre gli ingegneri Enrico Tomasi ed Enrico Burgato della Guerrato Spa di Rovigo, ditta qualificata a livello nazionale nel settore socio sanitario, hanno redatto i progetti degli impianti, quanto mai complessi nel caso specifico; l’ing. Giuseppe Bonaldi, collaudatore statico delle strutture, il notaio Giuseppe Parazzini (past-president dell’ANA) ha curato gli atti per l’acquisto del terreno e del diritto di abitazione a Luca (nella foto a pagina 11 il momento della firma in Sede Nazionale). Animati dallo stesso spirito di solidarietà vanno inoltre ricordati i 130 volontari alpini che hanno lavorato per 920 giornate- lavoro, supportati logisticamente dal gruppo alpini di Vigevano guidato dal capogruppo Marco Boccellini e diretti in cantiere da un infaticabile Antonio Munari. Non ultimi tutti coloro che generosamente hanno contribuito con il versamento di somme di denaro alla realizzazione del sogno; Mediafriends Onlus, che con lo spot realizzato dal giornalista Toni Capuozzo, andato in onda gratuitamente sulle reti Mediaset lo scorso mese di agosto, ha fatto decollare economicamente il progetto; le Truppe alpine, i commilitoni di Luca e in particolare l’8° Alpini con l’iniziativa “Una gubana per Luca” per la raccolta di fondi, realizzata in collaborazione con la sezione ANA di Cividale; le nostre Sezioni che in vari modi si sono impegnate per la buona riuscita dell’iniziativa, chi con la raccolta di fondi, chi con l’offerta di materiali. Da ricordare, in particolare, la sezione di Reggio Emilia per le ceramiche, la sezione di Trento per le pavimentazioni in porfido, Massa Carrara per i pavimenti in marmo, Vicenza per i davanzali delle finestre e la sezione di Brescia con la cooperativa “Nikolajewka” per il supporto professionale nella programmazione del sistema di comando vocale del software e del relativo hardware che permettono a Luca di gestire al meglio la propria autonomia all’interno della casa; il ministero della Difesa che si è impegnato a pagare tutte le attrezzature biomediche necessarie a Luca; le ditte che a vari livelli hanno contribuito con l’offerta di materiali speciali ed in particolare la SaniTosco s.r.l. di Roberto Renzi, che ha donato tutti i sanitari e gli accessori dei bagni, studiati appositamente per il caso; la Giardini Colori di Ponzone Trivero (Biella) che ha fornito le pitture per le tinteggiature interne; la Fiori Bianchi di Verbania che ha provveduto alla fornitura delle piante e del verde e alla sistemazione del giardino esterno; la ditta Schiavotto di Vicenza che ha operato uno sconto significativo sulla fornitura degli elettrodomestici; la Gewiss s.p.a. che ha operato un consistente sconto sulla fornitura del materiale elettrico e le Industrie Cotto Possagno s.p.a. per lo sconto sull’impianto fotovoltaico. L’elenco prosegue con le ditte Interholz per le strutture in legno, Curti ed Idrotermica di Savini per gli impianti e la Faliselli per i serramenti: tutte ditte italiane.
I FONDI RACCOLTI – Il grande impegno di tante persone ha permesso di raccogliere la somma di 826.000 euro in offerte, mentre l’apporto delle prestazioni gratuite è di 160.000 euro comprensive di progettazione, direzione lavori, accatastamento dei collaudi, degli atti notarili e delle consulenze; più 220.000 euro valutando le prestazioni di lavoro dei volontari e di 70.000 euro per risparmi sugli acquisti dei materiali ed attrezzature: un totale di costi risparmiati di 450.000 euro.
IL PROGETTO – La casa è inserita in un lotto di circa 900 mq. Si è pensata e progettata una abitazione che fosse funzionale alle esigenze di una persona diversamente abile con il dimensionamento degli spazi idonei e la previsione della possibilità da parte di Luca, stando su una carrozzella, di poter gestire tutti i comandi e le apparecchiature di casa (porte, finestre, luci, impianti, videosorveglianza, ecc.) e contemporaneamente garantire un elevato isolamento termico dall’esterno con la scelta della struttura in legno, la capacità di produrre in proprio l’energia elettrica necessaria mediante l’apposizione di coppi fotovoltaici sul tetto con una potenzialità produttiva di 9 kw/h, la sistemazione dell’area esterna del lotto di pertinenza. Il tutto è stato realizzato per assicurare un elevato comfort, in modo tale da permettere a Luca di relazionarsi sia con gli ambienti della propria casa sia con gli ospiti e con il mondo esterno. Planimetricamente la casa copre una superficie di circa 270 mq. sviluppata per l’alloggio principale al piano terra, e circa 140 mq. al piano primo, utilizzati come deposito, locali tecnici e soffitta. Al piano terra c’è un ampio locale soggiorno (50 mq.), una cucina-pranzo (20 mq.), una palestra terapeutica (29 mq.), la camera di Luca con annesso bagno (28 mq.) e altre due camere (28 mq.), un garage per due posti macchina (36 mq.), due bagni, un servizio igienico, una lavanderia, un corridoio disbrigo e un vano ascensore. Al piano primo si trovano un deposito open-space di 120 mq. e due locali tecnici per l’alloggiamento delle macchine delle centrali di produzione del caldo e del freddo e per il ricambio dell’aria oltre alla centralina di trasformazione della corrente elettrica. Particolare attenzione è stata posta all’impiantistica pensata e realizzata per permettere a Luca di controllare e gestire tutto con un comando mobile a pressione manuale o vocale e garantire all’interno il più elevato comfort con il controllo oltre che della temperatura anche dell’umidità relativa.
I COSTI – I costi finali non sono ancora stati esattamente quantificati ma con grande approssimazione possono essere stimati in 850.000 euro per i contratti con imprese, forniture varie di materiali, attrezzature bio-medicali, elettrodomestici e corpi illuminanti, costi per vitto e trasferta dei volontari, acquisto del terreno, oneri di urbanizzazione e costo costruzione, IVA e oneri fiscali; ai quali vanno aggiunti i contributi gratuiti dei professionisti, dei volontari e degli offerenti i materiali, pari, come già detto, a 450.000 euro. Il costo complessivo dell’intervento ammonta pertanto a un milione e 300.000 euro. Su questi costi una nota dolente è che pur trattandosi di un intervento umanitario a favore di un servitore dello Stato, viene richiesto il pagamento degli oneri fiscali e dell’IVA nella forma piena e ciò non può che amareggiarci (circa 90.000 euro). È stato un impegno notevole ma siamo certi ne sia valsa la pena. Un grande “grazie” va a quanti hanno partecipato in modi diversi ma fondamentali per la realizzazione di questo ennesimo miracolo degli alpini.
Sebastiano Favero
Vice presidente nazionale vicario
e presidente della commissione Grandi Opere