Leva bello, ma…

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    Il tenente generale Roberto Scaranari, che ha lasciato il comando delle Truppe alpine dopo un periodo in cui i nostri reparti hanno operato in missioni difficili riscuotendo generale ammirazione ha preso servizio allo Stato Maggiore dell’Esercito. Dalla sua nuova sede ci ha scritto una lettera indirizzata agli alpini e primo fra tutti al nostro presidente nazionale. La riportiamo integralmente bench alcune sue considerazioni sulla validit della leva non ci trovino d’accordo, anzi siano in antitesi con la battaglia che la nostra Associazione conduce ormai da anni. Siamo certi che l’intervento del generale Scaranari non mancher di dare una spinta al gi vivace dibattito in corso sul problema: valori, leva, leva annuale o professionisti?

     

    Carissimi amici dell’Associazione Nazionale Alpini e, primo fra tutti, carissimo Beppe Parazzini, Presidente di pregio anche se fisicamente un po’ menomato e non per colpa mia (si infortunato durante la Partita del cuore, al Vigorelli, n.d.r.), come simpaticamente e scherzosamente vai dicendo in giro: i Comandanti delle Truppe Alpine fanno sempre le cose con impegno e seriamente e se avessi avuto certe intenzioni non Te la saresti cavata con cos poco. Intanto Auguri.
    Il 26 settembre ho lasciato il Comando delle Truppe alpine nelle mani del magg. gen. Bruno Iob, dopo quasi due anni in cui ho fatto tutto quanto era nelle mie facolt per continuare a migliorare le Truppe alpine, ovviamente nel senso utile alla Nazione. Non sta a me giudicare se ci sono riuscito ma certo che ci ho messo tutto l’impegno necessario e, guarda caso, proprio qualche giorno dopo il mio cambio, si scatena una bufera sulla stampa, in televisione e persino in Parlamento sugli Alpini da mandare in Afghanistan, chiesti a viva voce e lodati da tutti.
    Attenzione: la mia convinzione che i nostri reparti non siano oggi n meglio n peggio di tanti altri, ma certo che qualcuno ci riconosce delle qualit e delle capacit di cui possiamo andare fieri, qualcuno che ci ha visti all’opera e che sa che siamo gente seria e preparata e chi non ci crede, ci venga a vedere.
    Ma di quale tipo di Alpini sto parlando?I lettori pi attenti e coloro che mi hanno incontrato pi recentemente hanno gi capito che sto per tornare al solito problema, che, del resto, sempre lo stesso portato sul tavolo dalla Presidenza Nazionale: Professionisti o Alpini di leva?Se ci fossimo lasciati sedurre dal pensiero che sarebbe stato bello conservare intatto il nostro bel castello incantato fatto di ascensioni in montagna, marce allietate dai canti alpini, giornate di sano lavoro all’aria aperta per ristrutturare rifugi alpini e riparare vecchie carrarecce militari della Grande Guerra e avanti cos, oggi non esisteremmo pi ed i vecchi nostalgici oltre a ricordare i muli dovrebbero ricordare anche gli alpini, alla stregua di una razza estinta.
    Fortunatamente abbiamo saputo guardare in faccia la realt ed abbiamo saputo adattarci alle nuove esigenze, con decisione ma senza rompere i ponti con il passato, con la nostra storia e le nostre tradizioni. Siamo andati cio, con passo deciso, verso il professionismo che potr anche non piacervi ma che l’unico modo oggi e domani ancora di pi di fare il militare.
    Se ce ne fosse ancora bisogno, ricordo che i Volontari che vengono a fare servizio nel Corpo degli Alpini volontari di tutti i tipi, in Ferma Annuale (VFA), in Ferma Breve (VFB) ed in Servizio Permanente (VSP), vengono addestrati per prima cosa a saper svolgere il loro ruolo di combattenti, ciascuno nell’incarico previsto ed assegnato. Poi vengono preparati per le missioni specifiche da compiere e, nel caso degli ultimi anni, per missioni in supporto della pace. Tutto questo addestramento, che lungo e faticoso, viene esaltato con l’addestramento in montagna, in estate ed in inverno, sia perch ci potrebbe essere l’occasione di dover operare in teatri simili per morfologia al terreno alpino, sia perch, in ogni caso, la frequentazione della montagna, con le asperit del terreno e le avversit climatiche, forgia lo spirito, abitua a stringere i denti, costringe a vincere la battaglia pi importante: quella contro se stessi.
    Questa attivit, mirata a preparare nel migliore e pi completo dei modi il soldato (nel nostro caso l’alpino), trova il suo banco di prova e di collaudo nelle operazioni cui i nostri Reggimenti partecipano oramai da anni con continuit. Il personale professionista ritorna arricchito di esperienza, continua ad addestrarsi e ritorna in teatro di operazioni sempre pi pronto ad affrontare situazioni sempre pi delicate e, in taluni casi, rischiose. Tutto questo, con i militari di leva, non si pu fare non perch non abbiano le qualit per farlo ma proprio perch la limitata durata del loro servizio non lo consente.
    Io comprendo lo sgomento di chi ha lasciato da anni i nostri reparti e non riesce a rendersi conto di quanto siano diversi oggi i Reggimenti Alpini e, nonostante quello che ho scritto, del perch abbiamo dovuto cambiare cos radicalmente, ma vi assicuro che era proprio necessario. Qualche temperamento atto a favorire l’arruolamento soprattutto dei VFA potr e dovr essere adottato ma non questa n la sede n il momento per scendere in dettagli.
    Qualche giorno fa ho chiesto ufficialmente di essere tesserato in una vostra Sezione e oggi sono anch’io uno degli oltre trecentomila iscritti ANA. Combatter al vostro fianco, se lo vorrete, per il bene ed il futuro dell’istituzione e per il bene ed il futuro degli Alpini in armi ma non aderir mai a piagnistei nostalgici che nulla hanno a che vedere con i tempi attuali e con la nuova figura di Professionista Alpino che va sostenuto ed apprezzato.

     

    ten.gen. Roberto Scaranari