Continuano le interpretazioni soggettive della nostra preghiera, una, unica e immodificabile. Tesero (Trento): campionati nazionali ANA di fondo, Messa in chiesa. Un alpino legge la preghiera con diverse mistificazioni. Reazioni negative da quasi tutti i presenti. Parlo con Demattè, presidente della sezione Trento, facendogli notare che la cosa non va bene! Con lui c’è il cappellano della Sezione, don Covi (che fra l’altro sembra sia stato colui che ha imposto la modifica della preghiera). Demattè non risponde perché in un certo senso è preceduto dalla reazione aggressiva del cappellano della Sezione che, a giustificazione di quanto è accaduto, prima di tutto mi dice: È la storia, è la storia , e poi, molto più grave, conclude: Le sezioni fanno quello che vogliono .
Edoardo Gaia presidente sezione Biella
Pregare, è duro. Se poi quando lo fai ne nasce una guerra diventa arduo. Al tuo collega di Valdagno, Nazario Campi, caro Edoardo, è andata anche peggio. Si è sentito dire dal celebrante, a fine cerimonia, che la nostra preghiera è una bestemmia. Conoscendo il tuo carattere tranquillo, immagino le reazioni. Ma veniamo alle cose serie. Se un sacerdote nel corso di un rito religioso non gradisce la nostra preghiera, non si recita. Punto e basta. In un contesto alpino invece abbiamo il dirittodovere di recitarla con fierezza. È stata approvata dal Consiglio Direttivo Nazionale e da tante persone, anche religiosi, che dimostrano buon senso per aver capito che, al di là del significato letterale delle parole, va intesa come un’invocazione ad essere forti nel sostenere, con le armi della solidarietà, la tradizione cristiana. I nostri battaglioni o gruppi sono quelli che sono andati recentemente in Abruzzo. Le sezioni fanno quello che vogliono?Sì, nell’ambito di loro competenza. Esattamente come nell’ambito ecclesiastico si rispettano le direttive delle gerarchie.
Pubblicato sul numero di aprile 2010 de L’Alpino.