La Patria ritrovata

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    La desolazione della lunga fila di bare che procedevano lentamente al suono della marcia funebre di Chopin ci ha richiamati ad una realtà che, pur essendo davanti ai nostri occhi, non avevamo mai pienamente considerato: siamo in guerra. Una guerra subdola, non dichiarata, difficile da combattere.
    Ma abbiamo anche scoperto che abbiamo armi insospettate e che, altrettanto inaspettatamente, senza clamori, proclami o retorica le abbiamo ritrovate. Sono le armi della compostezza e della determinazione, della dignità e della maturità che non cedono allo sgomento d’una tragedia che per la prima volta, dopo sessant’anni di pace, ci ha costretto ad accettare la morte in guerra di nostri soldati.
    Ora sappiamo che il terrorismo non ha confini, che riguarda tutti e che la guerra per combatterlo è una guerra giusta. L’Italia, che ha insegnato all’Europa il diritto, la dolcezza dell’umanesimo, il fascino del bello e la saggezza del vivere insieme, civilmente, sa che talvolta è necessario anche ricorrere alle armi sempre ripudiate pur di creare le condizioni di vita in quotidiana sicurezza. Per questo i carabinieri, i soldati della Sassari e gli altri due italiani caduti non sono morti invano, ma per la pace.
    Abbiamo anche riscoperto il senso della Patria, non del Paese, ma della Patria, con la P maiuscola. E della Bandiera: sventolata, attorno al collo, portata sulle spalle, stretta fra le mani come a raccoglierne la storia. Una storia della quale sono stati artefici anche gli alpini che ci hanno preceduto, e che noi non dimentichiamo .
    Ed è stato commovente e consolatorio insieme vedere i giovani accanto ai grandi , accomunati da sentimenti che si credevano sopiti, quando non derisi. Uniti in una pietà condivisa.
    Abbiamo riscoperto il significato d’essere un solo popolo, di avere una storia, un comune destino e di riconoscerci in un simbolo: il Tricolore, esposto spontaneamente ai balconi e alle terrazze, alle vetrine dei negozi chiusi per lutto , sugli edifici.
    Come non era mai accaduto.
    Per questo l’immagine più significativa dell’Italia in questo momento è quella di un giovane carabiniere in alta uniforme che, irrigidito nel saluto, non può trattenere le lacrime al passaggio d’un feretro avvolto nella bandiera.
    Le luci della santa e imminente epifania che già ornano le strade e le case delle nostre città sono messaggere di pace.
    Quei Caduti conoscevano il prezzo di questa pace. Siamone degni.