La migliore palestra

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    In ascensione su ripide pareti di difficoltà fino all’VIII grado, traversate aeree con corde statiche, alternate a tecniche di soccorso con l’ausilio di elicotteri o calando e issando le barelle in roccia. Vedere gli alpini in azione nel loro ambiente naturale è sempre uno spettacolo. E vederli alle Cinque Torri, sulle Dolomiti patrimonio dell’Unesco, è ancora più emozionante. All’esercitazione multinazionale e interforze “Cinque Torri 2016”, organizzata dal Comando Truppe Alpine, hanno partecipato oltre 500 soldati provenienti da 13 nazioni, tra le quali Austria, Germania, Cile, Argentina e alcuni osservatori di Oman, India e Pakistan, candidate a partecipare in una prossima edizione.

     

    «C’erano nazioni storiche dell’arco alpino e altre che si stanno avvicinando sempre più alla montagna», puntualizza il comandante gen. Federico Bonato. «Questo perché i corsi alpinistici sono una grande risorsa per un Paese, perché chi è in grado di operare in montagna è in grado di farlo in qualsiasi ambiente».

    Lo si è visto ottimamente anche nell’altra parte dell’esercitazione, quella tecnico-tattica, in cui sono stati simulati il dispiegamento e i combattimenti per la presa di una posizione sul terreno montuoso. Gli alpini della brigata Julia hanno operato con i ranger delle Forze per Operazioni Speciali dell’Esercito e in particolare i parà alpini del 4º reggimento, gli elicotteri dell’Aves “Altair” e “Antares” e il 17º reggimento artiglieria contraerea Sforzesca, oltre ai reparti cinofili del Centro Militare Veterinario di Grosseto.

    Tra il pubblico tanti alpini in congedo, escursionisti e curiosi. Numerose anche le autorità, su tutte il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, che ha parlato del ruolo dell’Italia nel partecipare alla sicurezza internazionale. La preparazione per le operazioni in cui è impegnata deriva da addestramenti in ambienti come questo, che risulta essere «la migliore palestra per poi operare in missione. Tante le nazioni presenti, a significare l’importanza del ruolo italiano, ma anche quello unificatore delle montagne, dell’addestramento e del vivere insieme. Le sfide di oggi – prosegue il generale Graziano – tanto quelle addestrative che quelle economiche, ma anche quelle della sicurezza, si vincono soltanto con uno spirito multinazionale e altruistico che è proprio dei nostri alpini».

    Nel centenario della Prima Guerra Mondiale il Presidente dell’Ana Sebastiano Favero ha ricordato anche i tanti alpini che hanno combattuto e sono caduti in questi luoghi: «Il Lagazuoi, le Tofane, le Cinque Torri, l’Antelao, sono montagne che ci ricordano gli episodi della Grande Guerra e l’ardimento dei nostri alpini di allora, che hanno operato con le attrezzature dell’epoca. La speranza è che, a cento anni da quella guerra, la gente abbia la memoria di quello che è successo, in modo che la pace trionfi».