La medaglia d’Oro del presidente Napolitano alle famiglie delle vittime di Cima Vallona

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    La Medaglia d’Oro del Presidente della Repubblica è stata per me un grandissimo onore e mi ha reso felice. Durante la cerimonia alla prefettura di Treviso ho voluto dedicarla espressamente ai miei genitori che hanno sofferto troppo per la morte di mio fratello Armando’. Così Gabriella Piva, sorella dell’alpino di Valdobbiadene, ha voluto commentare il riconoscimento che il presidente Giorgio Napolitano ha conferito nel mese di maggio anche alle famiglie del capitano dei carabinieri Francesco Gentile, del sottotenente Mario Di Lecce, dei sergenti Olivo Dordi e Marcello Fagnani.

    Quest’ultimo rimase gravemente ferito. Quello del giugno 1967 fu un doppio attentato: una trappola esplosiva ferì a morte l’alpino Piva, accorso con un altri commilitoni sul luogo in cui era stato minato un traliccio dell’alta tensione. Il giorno dopo giunse la pattuglia guidata dal capitano Gentile, che disinnescò altri ordigni ma non evitò quello nascosto sul sentiero, e che fece la strage. Anche quest’anno i parenti dei Caduti erano presenti al 43º anniversario dell’attentato. Di primo mattino in quota, l’omaggio delle autorità al sacello con le croci, ove avvennero le tragiche esplosioni.

    Poi la cerimonia ufficiale alla Cappella Tamai, organizzata quest’anno dal gruppo di San Nicolò Casada, con la folta rappresentanza delle associazioni combattentistiche e d’arma, tre picchetti armati e una grande affluenza di autorità militari e civili. Molto consistente la presenza degli alpini cadorini e provenienti da altre zone, ma va segnalata la grande affluenza di paracadutisti, di carabinieri e di ex appartenenti alla Guardia di Finanza. In una meravigliosa giornata di sole, lo spiazzo erboso davanti alla chiesetta ha ospitato il folto pubblico che ha seguito con attenzione i discorsi ufficiali, aperti dal sindaco di San Nicolò Giancarlo Ianese.

    È stato lui a ricordare lo sdegno della popolazione comeliana e delle istituzioni bellunesi e venete per la vicenda che ha riguardato uno dei terroristi già condannati all’ergastolo nel 1970 dalla Corte d’Appello di Firenze: il latitante Erhard Hartung, che è stato eletto ad una carica pubblica in una cittadina della Germania. Sono intervenuti, tra gli altri, anche il gen. Federici, già comandante delle Truppe alpine e dell’Arma dei Carabinieri, il gen. Primicerj comandante delle Truppe alpine, il viceprefetto Darco Pellos che ha letto un messaggio del ministro della Difesa La Russa e, per l’ANA, il consigliere nazionale Franco Munarini e il presidente della sezione Cadore Antonio Cason. Tra gli interventi da segnalare quello del vicepresidente del consiglio provinciale di Bolzano, Mauro Minniti che ha richiamato l’attenzione dell’istituzione altoatesina verso un momento storico a lungo dimenticato.

    ‘È un processo difficile e impegnativo ha detto Minniti e non mi illudo che sarà breve. Ma ci sono già segnali incoraggianti come la visita di Gabriella Piva a Bolzano con una stretta di mano alla vicepresidente della Sudtiroler Volkspartei (SVP), che sancisce un nuovo modo di confrontarsi nel rispetto reciproco’. La Messa è stata celebrata da don Giuseppe Bratti, che ha riproposto l’importanza del perdono come concetto basilare dell’etica cristiana.

    Livio Olivotto

    Pubblicato sul numero di settembre 2010 de L’Alpino.