La Giornata della memoria, la Giornata del Tricolore

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    Quando, nella primavera del 1945, le prime pattuglie americane e russe entrarono nei campi di sterminio nazisti, sollevarono il velo sull’abisso nel quale l’umanit era sprofondata, con i suoi carnefici e i suoi martiri. La storia dar una lettura meno appassionata della nostra, riuscir a trovare il motivo per il quale un intero popolo e non solo il suo Fhrer fu cos spietatamente distruttivo nei confronti di un altro popolo e perch i suoi soldati aggiunsero a questa ecatombe personali e gratuite crudelt.
    Se non troviamo il coraggio e la serenit di avventurarci fino in fondo in quest’analisi, non riusciremo ad evitare altri genocidi, non impareremo nulla da quella grande maestra che la storia.
    Ma una risposta ci viene fin d’ora, resa ancora pi chiara dai segnali premonitori che la nostra stessa societ ci manda: potuto accadere il fenomeno dei rastrellamenti selvaggi, dei treni piombati, dei campi di sterminio, delle camere a gas, dei corpi scheletriti sospinti nelle buche comuni con le ruspe perch erano caduti tutti i valori che fanno di un essere vivente un uomo e che sono alla base della vita civile di un intero popolo. Con un’anima, una regola, una morale, un codice d’onore.

    Domenica 27 gennaio stata celebrata la Giornata della memoria. Una serie di immagini tremende sono passate sugli schermi durante i telegiornali e gli speciali tv; i giornali hanno pubblicato intere pagine sull’olocausto. Unanime stata l’esecrazione e lo smarrimento, a sessant’anni da quei fatti che resteranno una ferita aperta nel XX secolo. Il capo dello Stato ha esortato gli italiani a non dimenticare, perch la storia insegni alle giovani generazioni. Il presidente del Senato ha riconosciuto nella caduta dei valori che ha coinvolto un’intera societ il terreno ideale per la nascita del nazismo. Valori come la solidariet sociale, il rispetto degli altri, la solidariet, la fedelt alle istituzioni, il senso del dovere e dell’onore.

    Ben venga, dunque, la Giornata della memoria. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo suggerito chiedendo al presidente della Repubblica il suo alto patrocinio l’istituzione di una Giornata del Tricolore per onorare soprattutto nelle scuole la Bandiera e i valori che rappresenta.
    La Bandiera non un semplice pezzo di stoffa variamente colorata e composta: il simbolo di un popolo, della sua storia, della sua cultura, delle sue tradizioni. il simbolo dei suoi padri e dei suoi figli, del passato e del futuro, e distingue un popolo da un altro popolo nel contesto della vita quotidiana, della vita civile nella pi vasta societ multinazionale.
    Il semplice atto di esporla, stenderla alle finestre, sulle terrazze, ai balconi diventa un rito che ci accomuna e ci fa comprendere di essere tutti parte di una sola Nazione, con un’unica prospettiva per il futuro.
    Nel momento in cui i Paesi dell’Europa delegano sempre maggiori poteri a un organismo comunitario, mentre siamo investiti da ondate di migrazioni di genti diverse per tradizioni, lingua e cultura, il recupero della nostra identit, della nostra cultura si impone. Cos come si impone la salvaguardia dei valori cardine della societ civile. E’ un compito che non pu essere demandato agli altri: ciascuno di noi, singolarmente, ha il dovere oltre che il diritto, d’essere custode e promotore di valori. Di una cultura di vita che ci ha fatto essere quelli che siamo.
    La nostra una cultura di civilt antica, aperta agli altri. Ma non dobbiamo lasciarci ammaliare da un falso sentimento iconoclasta, per il quale vengono riconosciuti i valori altrui e rifiutati i nostri. Nella globalizzazione della societ, nel passaggio dal nazionale al multinazionale, non dobbiamo pensare che tutto ci che brilla in casa d’altri sia oro: perderemmo i nostri riferimenti. E, conseguentemente, la nostra identit.
    Esporre il Tricolore significa anche questo.