Vorrei segnalare un piacevole evento. Moltissime città italiane organizzano il Capodanno in piazza . A Savona il 2010 è stato atteso nel contesto portuale con l’affluenza di oltre ventimila persone di ogni età, etnia e ceto sociale, coinvolte nel concerto spettacolo di un incontenibile Paolo Belli e della sua Big Band. Centinaia di bambini con i loro accompagnatori, ospitati nel Palacrociere, sono stati intrattenuti da Luca Galtieri e dal Mago di AZ, gli inviati antitarocco di Striscialanotizia. Le riprese della festa, proiettate sui maxischermi e sulle facciate dei palazzi antistanti il porto, la luce accesa nel vano campanario sull’alta Torre del Brandale dove sarebbero scoccati i 12 rintocchi della Campanassa, le catene luminarie sulle imbarcazioni dalle quali sarebbero echeggiate le sirene rendevano suggestivo l’avvicinarsi della mezzanotte.
Dopo aver dato inizio al count down, il presentatore Marco Dottore, come sempre istrionico trascinatore della serata, ha annunciato l’Inno nazionale che l’orchestra ha iniziato a suonare con lo spontaneo accompagnamento canoro di quanti erano sul palco dov’era anche il sindaco, e di migliaia di presenti nell’immensa platea. La grande emozione di tutti è stata testimoniata dallo scrosciante applauso che ne è seguito.
Intanto l’intrattenitore ha ripreso a scandire i secondi che ci hanno portato alla mezzanotte con i rintocchi della Campanassa, le sirene nel porto, i tappi delle bottiglie che saltavano, gli auguri, i brindisi, gli abbracci, i fuochi istituzionali sul Priamar, i botti privati senza eccessi e inconvenienti. Veramente un bel Capodanno e ritengo ancor più bello perché accolto con l’Inno nazionale. Per la verità già nella precedente edizione, quando sotto la pioggia, avevamo seguito Umberto Smaila, era stato suonato l’Inno nazionale accompagnato dal canto dei presenti.
Evviva, siamo alla seconda volta: allora certamente il Capodanno a Savona ne fa consuetudine. In Italia forse è un’eccezione, in Francia o in America è routine. Ho rintracciato nei giorni successivi Marco Dottore per complimentarmi, mi ha risposto con semplicità e naturale convinzione: Noi ci teniamo all’Inno nazionale , complimenti ancora! Spero che contagi anche altri conduttori di importanti manifestazioni; il grande pubblico finora ha cantato l’Inno solo negli stadi. Come la Bandiera l’Inno nazionale non deve essere dileggiato né oltraggiato. Il presidente della Provincia di Savona quando l’Inno fu modificato irriverentemente, per renderlo strumentale alla pubblicità delle calze femminili, per primo, e purtroppo in solitaria , protestò ufficialmente. Poi, finalmente, a metà novembre su istanza del legale dell’Associazione Difesa Consumatori Sportivi quello spot fu bloccato dall’Istituto di Autodisciplina della Pubblicità.
Questo Ente non dovrebbe avere, per etica e definizione, una responsabilità preventiva e intervenire con tempestività?Ovviamente il committente ha realizzato maggiori risultati infatti è noto che più se ne parla maggiore è il ritorno di visibilità. Ma è lecito farlo con l’irrisione del Canto degli Italiani?È il nostro Inno: suoniamolo e cantiamolo dignitosamente in tutte le occasioni favorevoli per renderlo più popolare. Lo sentiremo più nostro, sarà più rispettato.
Luigi Bertino