L'icona della Madonna del Don

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    Sul numero di novembre 2006 de L’Alpino, l’articolista che ha descritto la consegna dell’olio per la lampada votiva a Mestre ha raccontato che l’icona della Madonna del Don era stata consegnata da una donna russa al cappellano padre Crosara, in segno di benevolenza verso gli alpini. Che gli alpini fossero benvoluti è noto, ma non è assolutamente vera la circostanza del ritrovamento e della consegna. Infatti l’icona è stata trovata dagli alpini del battaglione Tirano, Colturi di Cepina Valdisotto e Martinelli di Bormio, che l’hanno consegnata al loro comandante, tenente Perego, il quale, avendo ben altro da fare, con tutto il rispetto, che custodire un’icona, l’ha consegnata alla persona adatta e cioè al cappellano. Un tragico destino ha accomunato i tre protagonisti poiché durante la ritirata Colturi e Martinelli sono Caduti quasi nello stesso istante e durante la battaglia di Nikolajewka è caduto eroicamente anche il tenente Perego.

    Silvano Pozzi Mazzo di Valtellina (SO)

    Sul recupero o ritrovamento del quadro ci sono non poche versioni. Tutte concordano che questa Madonna proviene da un’isba distrutta e finisce, come abbiamo scritto, nelle mani del cappellano del Tirano , padre Policarpo Crosara, il quale la invia subito in Italia. La Madonna del Don , come venne chiamata l’immagine, fu subito oggetto di grande devozione, una devozione che continua ancora oggi: tutto sommato, 65 anni dopo, è questo ciò che conta e che avrebbero voluto coloro che recuperarono questa immagine. Non trovi?