L’anima degli alpini

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    La “Cittadella degli Alpini” allestita dal Comando Truppe alpine e dalla brigata Julia al Parco Galvani, nel centro di Pordenone, ha avuto il record di affluenza: 83mila visitatori nei tre giorni dell’Adunata e 600 alunni delle scolaresche durante il primo giorno di apertura. Dalla prima edizione, svolta nel 2007 a Cuneo, la Cittadella si è sviluppata e ampliata, acquisendo un interesse crescente. A Pordenone i visitatori non solo hanno potuto ammirare i mezzi e gli equipaggiamenti delle Truppe alpine, ma hanno anche potuto apprezzare il modo, unico nel suo genere, in cui i soldati di montagna interpretano il loro ruolo.

     

    Il comandante delle Truppe alpine gen. Alberto Primicerj ha sottolineato come “la Cittadella sia nata per presentare gli alpini di ieri e di oggi e le quattro anime delle Truppe alpine: quella operativa legata alle missioni, la montagna che è ambiente naturale e scuola di vita per gli alpini, l’anima sociale con gli interventi a favore della popolazione, e quella storica, presentata grazie alla mostra di cimeli del Museo delle Truppe alpine di Trento”. E, rivolgendosi al pubblico, ha auspicato: “Oltre a visitare gli stand, vi invito a parlare con i ragazzi, con i nostri alpini, per intercettare i valori morali e i principi che li sostengono!”.

    A raccontare le Truppe alpine nei numerosi spazi espositivi c’erano 120 militari di tutte le specialità. I mezzi più gettonati sono stati i veicoli “Lince” e il cingolato invernale “BV 206 S7”, il mortaio “Thompson” e l’elicottero “AB 205” dell’Aves Altair. Nello spazio del 2° reggimento Genio guastatori è stato mostrato il funzionamento di un robot, utilizzato in Afghanistan per controllare il disinnesco degli ordigni ed è stata esposta la bomba della seconda guerra mondiale soprannominata “Old Lady”, del peso di 4.000 libbre, disinnescata dagli artificieri all’aeroporto militare Dal Molin di Vicenza.

    Tra le numerose attività c’erano anche quelle legate alla montagna con un’esposizione curata dal Centro Addestramento Alpino di Aosta, i cui istruttori di alpinismo hanno coinvolto i più giovani nell’arrampicata sulla palestra artificiale di 5 metri, realizzata in collaborazione con la Protezione Civile dell’ANA, sul ponte himalayano e sulla pista artificiale di sci nordico. Nello stand del Meteomont un nucleo di specialisti ha invece illustrato i sistemi di previsione meteorologica, fondamentali per la valutazione del pericolo valanghe e per la sicurezza in montagna in generale.

    Non è mancata l’azione con le simulazioni degli interventi in zona di guerra delle Forze per Operazioni Speciali del 4° reggimento alpini paracadutisti. La parte storica è stata curata dal generale Stefano Basset, medaglia di Bronzo al V.M., direttore del “Museo storico nazionale degli alpini” di Trento che ha allestito, in collaborazione con il Comando della Julia, uno spazio espositivo con cimeli, armi e mezzi storici degli alpini.

    La Cittadella è stata inaugurata dal gen. Primicerj e dal presidente dell’ANA Sebastiano Favero che hanno tagliato il nastro alla presenza del sindaco Claudio Pedrotti, del presidente della Provincia Alessandro Ciriani, del vice presidente della regione Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello e del vescovo di Concordia- Pordenone Giuseppe Pellegrini. Favero ha parlato della grande preparazione degli alpini in servizio: “Alla Cittadella gli alpini si presentano con discrezione, esponendo i mezzi e gli equipaggiamenti con cui operano, in Italia e all’estero, con grande impegno e preparazione. Mostrano ciò che sanno fare e ciò per cui sono utili a tutti”.

    Il presidente ha ricordato che gli alpini non hanno solo le capacità tecniche, hanno anche capacità umane, fortificate dal fatto di operare nell’ambiente montano, che sono importanti per aprire un dialogo e un confronto: “In Afghanistan gli alpini non hanno fatto solo operazioni di sicurezza, ma hanno dato a quel popolo la loro disponibilità, la loro umanità e una speranza. Hanno costruito scuole, pozzi, strutture sanitarie… e hanno fatto questo anche con l’aiuto e il sostegno dell’Associazione Nazionale Alpini, a dimostrazione di una simbiosi totale tra alpini in servizio e in congedo”.

    Matteo Martin