L’Alpino va in tv

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    Questo Natale, sotto l’albero, gli alpini hanno trovato un nuovo, bellissimo regalo. Si chiama L’Alpino settimanale televisivo, una finestra aperta sul mondo delle penne nere, per rimanere costantemente aggiornati sulle attività e gli appuntamenti dell’Associazione. La “tv con la penna” è nata, su iniziativa della Presidenza Ana e del Cdn, grazie a Tele Boario, l’emittente della Valcamonica con la quale l’Ana collabora già da qualche anno in occasione delle Adunate nazionali e degli altri più importanti avvenimenti associativi. L’appuntamento con il telegiornale alpino avrà cadenza settimanale e potrà essere seguito da affezionati e curiosi su 24 televisioni locali (il numero si riferisce alle emittenti che hanno aderito alla data di stampa de L’Alpino) che coprono, in tutto o in parte, ben 13 Regioni del nostro Paese. 

     

    Giorni e orari di trasmissione sono scelti dalle emittenti secondo i propri palinsesti, con una o due repliche a settimana, la maggior parte delle volte in prima serata. Dal giovedì successivo alla messa in onda le immagini potranno essere riviste in qualsiasi momento sul canale YouTube Ana (www.youtube.com/user/ANAalpini), accessibile anche dal portale https://www.ana.it. Una copertura quasi integrale sul territorio nazionale, quindi, che ha avuto il battesimo di fuoco con la prima puntata di fine dicembre, dedicata ai progetti dell’Ana per il Centro Italia, all’inaugurazione dell’edificio polifunzionale a Campotosto e alla Messa per i Caduti nel Duomo di Milano, servizi preceduti dalla presentazione del direttore Bruno Fasani e dal saluto del Presidente nazionale Sebastiano Favero. Grazie ad uno degli strumenti più amati, la tv, la voce alpina e dell’Associazione giungerà ancora più diretta e capillare in molte famiglie, andando ad aumentare il numero delle migliaia di affezionati che già ci seguono sulla carta stampata e sul web. Abbiamo chiesto al direttore di Tele Boario Giacomo Pellegrinelli, alpino della Tridentina, di raccontare il nuovo e ambizioso progetto Ana.

    Come è nato il settimanale televisivo L’Alpino? L’idea è stata in gestazione almeno quattro anni. Vista l’importante risposta che, da sempre, le emittenti locali hanno dato alle proposte dell’Ana per i grandi eventi, si è immaginato di rendere strutturale questa comunicazione. L’Adunata, i Campionati sciistici delle Truppe Alpine, le Alpiniadi sono state oggetto di produzioni televisive, proposte alle tv locali – non solo quelle dei territori direttamente coinvolti dalle manifestazioni – che hanno programmato degli spazi all’interno dei loro palinsesti con le immagini degli alpini. Quest’anno i servizi sono stati messi a disposizione solo a documentazione di eventi estemporanei. La proposta sulla quale l’Ana ha scommesso è stata quella di rendere sistematico il prodotto, per farlo diventare la voce dell’Associazione e fornire dei contenuti non solo a chi già conosce la realtà alpina attraverso la rivista ma anche a tutte le famiglie e le persone che attualmente non sono avvicinate dagli organi ufficiali d’informazione dell’Ana.

    Quanti potenziali telespettatori possiamo raggiungere? Se pensiamo che ogni Regione ha almeno una televisione di riferimento che è considerata credibile dai cittadini e viene di conseguenza seguita, direi che il bacino di telespettatori raggiungibili è praticamente l’intero territorio nazionale. I contatti con le emittenti che hanno già aderito derivano da una conoscenza diretta, diciamo televisiva, su progetti già confezionati. In aggiunta alla cassa di risonanza dell’Associazione su questa nuova realtà ci potrà essere anche l’impegno delle Sezioni Ana nel sensibilizzare gli editori delle televisioni del proprio territorio affinché si interessino al progetto. La produzione è assolutamente gratuita perché messa a disposizione dall’Associazione: credo che l’interesse delle emittenti locali possa essere molto forte, quantomeno nel testare la programmazione nei propri palinsesti.

    Quali sono i punti forti della proposta? I servizi saranno d’informazione o di approfondimento? Abbiamo pensato di realizzare uno spazio sia di attualità, con la cronaca degli eventi, sia con rubriche informative, storiche, letterarie, musicali, dei personaggi, degli oggetti da museo… In pratica una ricerca di tutto ciò che ruota attorno al mondo alpino, compresi i reduci – che vista l’età sono sempre meno – e le storie di vita. La realtà alpina non è solo alzabandiera, sfilata e Messa, ma storie di vita, custodite e poco conosciute, che abbiamo l’ambizione di scoprire e rendere fruibili al pubblico.

    Quanto può essere di interesse per un pubblico non alpino e quanto potrebbe fare opinione e veicolare i valori cari all’Ana? Gli alpini che hanno fatto la naja continuano a diminuire e di conseguenza si sta perdendo la possibilità di narrare le storie con la voce del racconto domestico. Il nostro compito è quello di ricercare queste storie e renderle avvincenti, perché dietro ogni evento c’è qualche aspetto umano da raccontare d’interesse anche per un pubblico non alpino. Se prendiamo ad esempio le ultime attività che abbiamo seguito, penso alle conferenze proposte dal Centro Studi, ricercatori, storici e docenti universitari hanno studiato il fenomeno alpino trovando importanti spunti di riflessione. Occorre rendersi conto che chi è dentro a questa importante Associazione la conosce bene e spesso dà per scontato che i suoi valori siano noti a tutti. Questo non è affatto vero e quindi la trasmissione potrebbe presentare tanti aspetti sconosciuti ai più.

    C’è chi dice che Tv e Web Tv sono rispettivamente passato e futuro. Sei d’accordo? Se penso allo strumento di fruizione, sì, sono assolutamente d’accordo. Ogni giorno si diffondono dispositivi nuovi che ci offrono possibilità diverse per poter fruire dei contenuti televisivi; ma è proprio nella creazione dei contenuti che si genera la scommessa, il nostro progetto che, per ora, chiede l’aiuto alle tv locali per essere capillarmente diffuso, è già pronto anche per il web, perché è ricco di contenuti, storie, appuntamenti. Abbiamo scelto la tv perché per ora, si contano ancora in milioni i telespettatori, e quindi ritengo prematuro definire la televisione, il passato. Tuttavia la trasmissione è già disponibile per tutti i dispositivi multimediali in quanto sarà pubblicata anche nel sito dell’Ana.

    Lo slogan di Tele Boario è “La tv in movimento”: dove può arrivare L’Alpino settimanale televisivo? Abbiamo dedicato questo progetto alle numerosissime tv locali, anche per ricompensarle delle attività che svolgono quotidianamente rispetto alle Sezioni Ana di riferimento. Mi aspetto quindi una diffusione totale sul territorio con un numero importante e sempre crescente di televisioni coinvolte. Le tv locali hanno potenzialmente un maggior indice di penetrazione rispetto alla tv nazionale. Se sommassimo l’audience dei singoli telegiornali delle emittenti locali avremmo dei numeri assai rilevanti e supereremmo gli share di fruizione delle tv nazionali, che sono però dedicati a singoli eventi. Insomma, il progetto è partito, è già stato sposato da tanti colleghi con entusiasmo, e a noi resta il compito di lasciarlo evolvere verso il futuro… Come la storia, anche questa scommessa, va giocata, di giorno in giorno.