In Adamello, nel ricordo di don Franzoni

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    Stesso rito ma ogni volta diverso, è questo il pellegrinaggio degli alpini in Adamello. La sua bellezza risiede proprio nell’essenza della manifestazione che ogni anno si svolge in un diverso paese, dando a chi partecipa la preziosa possibilità di conoscere luoghi e realtà nuovi. Quest’anno il 44º pellegrinaggio, dedicato alla memoria della Medaglia d’Oro don Enelio Franzoni, è stato organizzato in Valsaviore, a Cevo, un paese di 1.000 anime abbarbicato al monte Pian della Regina.

    Quello della Valsaviore è un territorio di rara bellezza, dove gli alpini fanno parte della storia del luogo e sono da sempre un punto di riferimento. A testimoniare questo immutato splendido connubio tra le penne nere e la valle, è stato l’incontro di venerdì sera a Saviore tra il nostro presidente nazionale Corrado Perona e i capigruppo della zona che, invertendo una tendenza ormai consolidata, possono essere fieri di contare tra i loro soci giovani alpini, alcuni dei quali, come le penne nere di Cortenedolo, hanno da poco costituito un nuovo gruppo.

    L’incontro in valle era stato preceduto dall’inizio ufficiale del pellegrinaggio, con la partenza in marcia degli alpini dai versanti camuno e trentino per raggiungere Passo Ignaga (quota 2550 metri), dove sabato mattina è stata celebrata la S. Messa a suffragio di don Franzoni da sua eminenza il cardinale Giovanni Battista Re e accompagnata dal coro ANA Re di Castello . Sono state circa seicento le penne nere salite al passo con il presidente Perona, il vicepresidente Alessandro Rossi e i consiglieri Silvio Botter e Alfredo Nebiolo che scortavano il Labaro dell’ANA.

    Accanto all’altare, attorniato da decine di vessilli e gagliardetti, c’erano i vessilli della sezione Vallecamonica con il presidente Ferruccio Minelli e quello della sezione Trento guidata da Giuseppe Demattè. Alla cerimonia non ha voluto mancare il comandante delle Truppe alpine, generale di C.A. Armando Novelli (rientrato appositamente dalla Toscana) che, accompagnato da un plotone di alpini in armi è salito in vetta dal rifugio Lissone. Assenti giustificati perché rientrati da poco da un impegno in Kosovo, i Gebirgsjaeger tedeschi, che tutti gli anni partecipano al pellegrinaggio con gli alpini italiani.

    Tra le autorità c’erano anche i rappresentanti del Comfoter guidati dal colonnello Castellani, il presidente della provincia Alberto Cavalli, il prefetto Francesco Tronca e il presidente della fondazione don Gnocchi mons. Angelo Bazzari e numerosi sindaci della Valsaviore. Ospite d’onore il nipote di don Franzoni, Emilio Franzoni.

    All’omelia il cardinal Re ha parlato delle montagne, della loro bellezza e della loro importanza per sentirsi più vicini a Dio: Senza Dio l’uomo non può migliorare né se stesso né una società nella quale l’uomo, tentato dal dominare le cose del mondo, spesso si arroga il diritto di sentirsi al di sopra di tutto e di tutti .

    Parole che sono state riprese dal presidente Cavalli che ha ringraziato gli alpini in armi e in congedo, impegnati a lavorare quotidianamente per alleviare le sofferenze dei più sfortunati anche grazie alle missioni di pace e agli interventi nei paesi più poveri del mondo. Un omaggio a don Franzoni, vero esempio dello spirito di dedizione agli altri che crea fratellanza e amore, è stato portato dal presidente Perona che ha letto una struggente poesia scritta dal cappellano, nella quale è trasmessa tutta l’angoscia e la sofferenza dei tanti alpini che combatterono in Russia.

    Domenica la cerimonia si è spostata in valle, a Cevo, pacificamente invasa da 2.000 alpini. A rendere gli onori alle numerose autorità civili e militari c’era un picchetto armato del Comando Truppe alpine, comandato dal tenente Maura Copponi. Le penne nere raccolte in sfilata hanno raggiunto il dosso dell’Androla dove sorgono l’omonima cappelletta e la splendida Croce del Papa , per la Messa al campo, concelebrata dal cardinal Re, dal vescovo di Brescia mons. Giulio Sanguineti, da mons. Mario Vigilio Olmi e accompagnata dal coro alpino di Darfo Boario Terme.

    Prima di iniziare la funzione il cardinal Re ha reso omaggio a Giovanni Paolo II inaugurando e benedicendo una scultura in granito, opera dell’artista Ivan Mariotti e posta davanti alla cappelletta dell’Androla.

    Matteo Martin