
Castelli della Val d’Aosta.
È vero che le quattro torrette angolari aggiunte a fine Ottocento stridono con l’architettura medioevale del complesso, ma la linea sbarazzina da castello delle fate non cessa di attirare gli sguardi e catturare gli occhi delle telecamere. Il connubio castello museo è perfettamente riuscito: ne è prova l’afflusso dei visitatori. In una successione di nove sale, mediante plastici, diorami, videocassette, fotografie, erbari, fossili, animali imbalsamati, campioni di rocce, vengono presentati i vari aspetti dell’ambiente naturale valdostano: geologia e mineralogia, clima e ghiacciai, fauna, flora e vegetazione, specie scomparse (orso e lupo) e ricomparse (gipeto e lince). E non è da trascurare il magnifico colpo d’occhio sulla cerchia montana e il bacino vallivo che si gode dalla merlatura della torre.