Il bisogno di farci conoscere

    0
    56

    Da più di 50 anni vivo la vita alpina, forse le mie idee sono un po’ vecchiotte, con i valori che mi sono stati trasmessi dai nostri veci, ma… sono rimasto perplesso e un po’ confuso quando ho ricevuto L’Alpino di gennaio: c’era proprio bisogno di dedicare 4 pagine al parere di 4 giornalisti, per avere una loro opinione? Quando durante tutto l’anno nessuno, dico nessuno, si interessa e spende una sola parola per il lavoro, le Adunate, il volontariato assiduo e continuo svolto dagli alpini in ogni parte della nostra Patria. 

     

    Sì, perché quando c’è bisogno ci siamo sempre, sicuramente c’hanno fatto gli elogi, ma è come chiedere all’oste se il suo vino è buono… Certamente fare del bene non fa notizia. Allora lasciamo perdere e continuiamo per la nostra strada, sicuri dei nostri valori. Forse non ho capito bene il perché… e mi scuso per questo.

    Rino Evaristo Marcola, Gruppo di Bagnolo Mella, Sezione di Brescia

    Le tue opinioni mi danno l’opportunità di chiarire e di questo ti ringrazio. Se mi permetti, dietro a quel servizio c’era la mano e la malizia del giornalista professionista e ti spiego il perché. Noi alpini abbiamo bisogno di farci conoscere e di far conoscere quello che siamo. Lo facciamo coi nostri giornali, ora col Telegiornale L’Alpino, con i nostri Uffici Stampa, con il premio giornalista dell’anno e via discorrendo. Solo che spesso, veniamo snobbati dalle grandi testate e dalle televisioni nazionali. Aver “snidato” alcuni giornalisti di rilievo nazionale, facendoli parlare degli alpini, è stato un modo per “risvegliare” la loro attenzione e quella delle testate per cui lavorano. Anche questo è comunicare. Non pensi?