I prigionieri di Mosonmagyaróvár

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    La più grande fabbrica di polvere da sparo della monarchia austroungarica fu costruita a Mosonmagyaróvár (Ungheria) negli anni precedenti la Grande Guerra e durante la guerra fu ampliata. Alle migliaia di prigionieri che lavoravano nella fabbrica, tra cui moltissimi italiani di tutti i Corpi, venne data l’opportunità di erigere una cappella tra le semplici baracche provvisorie. Gli italiani si distinsero per la dedizione e la religiosità con cui concorsero alla realizzazione della struttura. La cappella dedicata all’Esaltazione della Santa Croce, quasi una chiesa per la sua ampiezza, non è strutturalmente diversa da una delle baracche ma la sua particolarità consiste nel rivestimento interno in legno di larice.

    Quello che più colpisce è lo spazio interno, realizzato con grande perizia – notevole il rosone a vetri colorati sopra l’ingresso principale – dipinto con ricchi motivi ornamentali eseguiti dai prigionieri italiani, così come l’altare in legno di ciliegio intagliato. La cappella fu terminata nel 1916, negli anni immediatamente successivi subì gravi danni e venne parzialmente ricostruita nel 1929. Alla fine degli anni ’80 si resero necessari ulteriori lavori. Attualmente la cappella, nella quale si svolgono regolarmente le funzioni, è compresa nella diocesi cattolica latina di Magyarovar che ne celebra la festa il 14 settembre. Mosonmagyaróvár è legata a doppio filo alle vicende dei nostri connazionali in prigionia.

    Nel 1999, infatti, nel cimitero cittadino venne segnalata una tomba dove riposano 32 italiani, i cui nomi sono leggibili sulla lapide. Per rendere loro omaggio, una delegazione dell’Ifms si è recata ai primi di marzo a Mosonmagyaróvár. Con gli alpini Renato Cisilin, Alessio Granelli, Danilo Perosa, Alberto Bono della Sezione di Bergamo e Giuliano Gregorutti della Sezione di Gorizia, c’era una rappresentanza del Lions Club di Cormòns e Gradisca, che ha finanziato il recupero del monumento al cimitero. Alla cerimonia di inaugurazione era presente un picchetto di soldati ungheresi, alcune autorità locali e gli alpini della Sezione Danubiana, guidati da Antonio Del Fabbro. La delegazione è stata anche ricevuta dal sindaco di Mosonmagyaróvár presso il Municipio.

    Durante l’incontro con il parroco della comunità locale don Zoltan e il colonnello art. mont. Fasciano, addetto militare presso la nostra Ambasciata a Budapest, si è fatto il punto sui possibili interventi per il consolidamento della chiesetta che sente il peso degli anni. I lavori prevedono un finanziamento del 50% da parte della cittadina di Mosonmagyaróvár, mentre la restante parte dovrebbe pervenire da varie sponsorizzazioni. La delegazione Ifms dell’Ana ha manifestato un particolare interesse proprio per l’originalità dell’iniziativa che costituisce, nell’ambito delle manifestazioni del centenario della Grande Guerra, un valore e un riconoscimento morale per gli italiani morti all’estero e in prigionia.

    Proprio nel cimitero di Mosonmagyaróvár sono sepolti anche quattro alpini di cui si conoscono le generalità: Francesco Bordignon, nato nel 1896 a Mussolente (Vicenza) del 2º reggimento alpini; Giacomo Carneletto, nato nel 1878 a Concordia Sagittaria (Venezia) del 3º artiglieria da montagna; Giovanni Sellaro, nato nel 1886 a Fara Vicentina (Vicenza) del 6º Alpini e Giacomo Tassistro, nato nel 1899 a Ceranesi (Genova) del 4º reggimento alpini.

    Renato Cisilin