Grazie don Claudio!

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    Mi permetto di darti del “tu” perché sono già stato da te richiamato “perché tra noi alpini si costuma così”. Sono un alpino iscritto al Gruppo di Castel d’Azzano in provincia di Verona da tanti anni. Attualmente sono anche “presidente pro tempore” (credo si dica così) dell’Avis comunale del nostro paese. Su L’Alpino di novembre a pagina 5 c’è una lettera dell’alpino Dario Burresi, che dice la sua sulle contestazioni che ci vengono fatte durante le nostre cerimonie da parte di alcuni parroci. Ebbene, da noi funziona al contrario. 

     

    Mi spiego. Quando accompagniamo all’altare qualche nostro compagno che è “andato avanti” o quando festeggiamo qualche ricorrenza, il nostro parroco, don Claudio Turri, vorrebbe che tenessimo il cappello in testa per tutta la celebrazione. Addirittura, in occasione della nostra “giornata alpina” ha voluto che la banda che ci accompagnava, entrasse in chiesa suonando il nostro Trentatré. Non solo. Recentemente abbiamo festeggiato il 50º anniversario di fondazione dell’Avis comunale e quando siamo arrivati davanti alla chiesa accompagnati dall’ottima Banda di Erbè, l’ha invitata personalmente ad entrare suonando “L’inno del donatore” e dopo la comunione ha voluto che fosse eseguita il “Motivo dall’adagio op. 73” di Beethoven e alla fine della Messa altri due brani per banda hanno chiuso la cerimonia. Ti lascio immaginare le reazioni delle persone e degli ospiti che letteralmente meravigliati di tutto questo continuavano a chiedere come avessi fatto a convincere don Claudio a fare tutto ciò, e io a spiegare che ha fatto tutto da solo. Grazie don Claudio perché ci dimostri ogni volta rispetto e affetto solennizzando e condividendo le nostre testimonianze senza “se” e senza “ma”.

    Ariano Feroni, Castel d’Azzano (Verona)

    Tra tante lettere di lamentazioni, accetto volentieri di pubblicare questo scritto che fa onore ad un parroco, ma a tanti altri (e sono la maggioranza) che, come lui, dimostrano analoga sensibilità. Io don Claudio lo conosco personalmente e so quanto ci tiene alla sua gente, anche se non manco mai di raccomandargli di trattarmi bene gli alpini.