Una decina di alpini ed amici degli alpini con il vessillo sezionale hanno partecipato alla commemorazione delle vittime dell’affondamento della nave Arandora Star a Liverpool, dal cui porto la nave salpò alla fine di giugno del 1940 con a bordo oltre 1200 internati e prigionieri di guerra italiani (446), tedeschi ed austriaci. Diretta verso il Canada, l’ Arandora Star , che non portava, come avrebbe dovuto, contrassegni per il trasporto di prigionieri, ma era mimetizzata ed aveva due cannoni a bordo, uno a prua ed uno a poppa, fu presto avvistata da un U Boot tedesco che rientrava al termine di una lunga missione in Atlantico e che, ritenendola nave da guerra, il 2 luglio la colpì affondandola con l’ultimo siluro rimasto a bordo.
Le vittime furono circa 800, tra cui molti alpini, emigrati pochi anni prima da varie parti d’Italia ma principalmente dalle montagne parmensi e piacentine e dalla Garfagnana. Sessantotto anni dopo gli alpini si sono ritrovati con tedeschi, austriaci ed inglesi a ricordare questo triste evento nella chiesa parrocchiale di Nostra Signora e San Nicola, dove l’arcivescovo di Glasgow Mario Conti ha celebrato la S. Messa, presente l’ambasciatore d’Italia Giancarlo Aragona che ha poi scoperto una targa commemorativa e, successivamente, ha lanciato in mare una corona con nastro tricolore. Erano presenti due dei tre superstiti della tragedia, l’inglese ottantanovenne Evan Morgan Jones e l’italiano ottantottenne Rando Bertoia.
Pubblicato sul numero di ottobre 2008 de L’Alpino.