L’alpino è un cittadino che affronta e condivide scelte di vita portando il proprio contributo e anche la propria voce critica su tematiche come la Patria, l’obiezione di coscienza, le contestazioni violente, la religione, il terrorismo ecc Argomenti che appartengono all’uomo e alla società in cui ciascuno vorrebbe poter vivere. Ne consegue che senza la giusta conoscenza resta difficoltoso proporli alle nuove generazioni. Dino Bridda nel rapporto tra informazione e formazione riportato su L’Alpino ha ben individuato gli obiettivi da centrare: ricercare maggiore visibilità nei dibattiti dei mezzi d’informazione e far conoscere, in una società assediata da modelli lontani dai nostri e dominata da una globalizzazione priva di regole morali, un’alternativa più umana.
Riccardo Tasselli Poggio a Caiano (PO)
L’argomento che poni all’attenzione è di una tale complessità che non mi sento nemmeno di sfiorarlo. Non so, anzi non credo che gli alpini possano andare oltre ad una forte testimonianza sul valore dell’uomo: una priorità in assoluto rispetto a carriere, soldi, successo. Siamo un’anomalia o è la società malata ? Dobbiamo diffondere la nostra cultura ?L’unica cosa che possiamo fare è di continuare ad essere quello che siamo, ed è già un segno di speranza. Pensare di incidere su un processo socioculturale economico che purtroppo emargina i giovani, abbandona i deboli e premia i potenti, in concorrenza con un mondo mediatico in cui contano solo gli interessi, è arduo, se non utopistico. Mi chiedo talvolta se i più temibili nemici contro i quali si dovrebbe lottare siano solo i talebani e non piuttosto certi colletti bianchi che con spietato cinismo razziano indisturbati le ricchezze del globo e sono talmente forti da condizionare la vita di tutti. Consapevole di essere in stato di eresia, accetto la prova del rogo. Lasciatemi almeno scegliere la piazza
Pubblicato sul numero di luglio agosto 2010 de L’Alpino.