Il 3 ottobre uno splendido sole e un cielo terso sono stati la degna introduzione al 1º Raduno degli alpini in Europa. Le penne nere giunte da numerose Sezioni in Italia e all’estero hanno portato giovialità, schiettezza, cordialità spontanea e trascinante, inondando la verde Vallonia di colori, suoni, emozioni antiche ma sempre attuali. Per due giorni i nostri connazionali emigrati tanti anni fa, con i familiari di prima e seconda generazione, guardando gli alpini, con i vessilli e i gagliardetti arrivati a far loro visita, hanno respirato a pieni polmoni la ventata di aria pura e vivificante dei luoghi d’origine.
Sui volti si leggevano espressioni di emozione: gratitudine per la presenza, contentezza di essere in quel luogo a ricordare i nostri emigrati e la certezza di riconoscersi nei valori comuni di solidarietà, amicizia e amore verso l’Italia. Gli alpini presenti in Belgio hanno rafforzato i valori e gli ideali che la società attuale tende a cancellare o annullare nella sua drammatica volontà di contestare ogni realtà preesistente, di rovesciare miti e ideali che la storia dell’uomo ha sempre considerato validi e importanti.
Non a caso per i loro messaggi di grande interesse, gli alpini in Europa hanno scelto il Bois du Cazier di Marcinelle, il complesso minerario belga tristemente famoso per la tragedia nella quale l’8 agosto 1956 perirono 262 minatori prevalentemente italiani, molti dei quali alpini, luogo oggi patrimonio mondiale dell’Unesco proprio perché ricorda tutte le vittime del lavoro e la durissima vita degli emigranti.
Gli alpini non hanno mai dimenticato i loro fratelli partiti per una terra straniera, costretti a tanti sacrifici e a una esistenza durissima almeno quanto quella dei soldati in trincea, dove la solidarietà contava più della vita. Le manifestazioni sono iniziate venerdì 2 ottobre al cimitero militare di Bruxelles con una rappresentanza guidata dal vice Presidente nazionale vicario e delegato alle Sezioni all’estero Ferruccio Minelli, dal Consigliere nazionale Marco Barmasse, da Mario Agnoli Presidente della Sezione Belgio e dal Capogruppo di Bruxelles Antonio Binotto, in rappresentanza della Sezione ospitante, che hanno deposto un omaggio floreale ai nostri concittadini caduti per la Patria.
La riunione dei Presidenti delle Sezioni in Europa si è svolta sabato 3 ottobre; è seguito l’incontro con il console generale d’Italia Carlo Gambacurta, l’inaugurazione della mostra “L’Europa, La Prima Guerra Mondiale, gli alpini”, organizzata dalla redazione de L’Alpino in Europa in collaborazione con il Centro Studi Ana e allestita nella sala auditorium del Bois du Cazier. Alla sera doppio concerto del coro Matildico Valdolo di Toano e del coro alpino Orobica. Durante la Messa di domenica 4 ottobre don Bruno Fasani ha benedetto il nuovo vessillo della Sezione Belgio. La sfilata è stata aperta dai minatori e dal vessillo della Sezione Belgio, scortato dal Presidente nazionale Favero e da quello sezionale Agnoli; a seguire il vice Presidente nazionale delegato alle Sezioni all’estero Minelli e i Consiglieri nazionali Marco Barmasse e Roberto Bertuol.
Il ritmo e il passo della sfilata erano segnati magistralmente dai tamburi alpini di Pacengo, della Sezione di Verona. In sfilata c’erano i vessilli di tante Sezioni Ana all’estero e in Italia (Aosta, Bassano del Grappa, Bergamo, Brescia, Ceva, Conegliano, Danubiana, Feltre, Francia, Genova, Gemona, Germania, Lussemburgo, Marche, Modena, Monza, Parma, Pavia, Pordenone, Reggio Emilia, Salò, Svizzera, Treviso, Udine e Varese) e un drappo tricolore lungo dodici metri portato dal coro Matildico Valdolo di Toano (Reggio Emilia), preceduto dal sindaco Vincenzo Volpi. Quarantanove gagliardetti precedevano la sfilata e il resto degli alpini.
Il corteo, partito dalla chiesa dei minatori ha raggiunto il cimitero di Marcinelle dove, al suono del “Silenzio”, sono stati deposti omaggi floreali alla lapide degli italiani vittime del lavoro e a ricordo dei Caduti di tutte le guerre, ai Caduti belgi, francesi, inglesi e alla fossa comune dove sono sepolte le vittime della tragedia mineraria. Proseguendo la sfilata gli alpini si sono recati al Bois du Cazier dove hanno deposto fiori alla stele in marmo bianco di Carrara che reca incisi i nomi delle vittime dell’8 agosto 1956. La cerimonia è terminata con un’ultima deposizione floreale alla targa posata dall’Associazione Nazionale Alpini 10 anni fa a ricordo di tutti i Caduti.
I ringraziamenti del Presidente sezionale Mario Agnoli e del suo predecessore Roberto Del Fiol hanno preceduto il discorso del Presidente nazionale Sebastiano Favero, che ha esordito ringraziando le Sezioni presenti sul piazzale del Bois du Cazier: «La grande quantità di vessilli che rappresentano la moltitudine degli alpini testimonia la volontà e la consapevolezza di saper essere nel luogo giusto al momento opportuno.
Non è un caso che il primo Raduno degli alpini in Europa si svolga qui a Marcinelle. Il delegato alle Sezioni all’estero Ferruccio Minelli, il Presidente della Sezione del Belgio Mario Agnoli, il suo predecessore Roberto Del Fiol e il direttore de L’Alpino in Europa Giovanni Camesasca hanno accettato la sfida di riunire gli alpini delle Sezioni in Italia e in Europa, i loro familiari, i minatori e la gente comune che vive con i nostri emigranti condividendo gioie e dolori. Nel 1956 la tragedia della miniera ha coinvolto tanti alpini e noi oggi ci sentiamo in dovere di iniziare le celebrazioni proprio da qui».
«Porgiamo quindi un ringraziamento speciale ai minatori e al loro presidente Sergio Aliboni – ha proseguito Favero – che con la loro presenza ci hanno riportato idealmente a quel tragico momento. Noi alpini, come ha già ricordato don Bruno Fasani durante la funzione religiosa, ci siamo posti l’impegno di ricordare e portare avanti i valori che ci sono propri, e che don Bruno ha sintetizzato molto bene: familiarità, fratellanza e solidarietà. Questi valori sono indispensabili per creare nelle realtà della nostra Associazione l’abitudine alla generosità e alla solidarietà, in cui tutti sono pronti a dare qualche cosa per gli altri».
Il Presidente ha parlato anche agli emigranti, persone che hanno scelto di lasciare la propria terra d’origine per dare un senso non solo alla propria vita ma a quella della loro famiglia: «Il vostro spirito era quello del saper dare agli altri, ed è proprio questo il messaggio che noi oggi dobbiamo portare via da qui. In qualità di Presidente nazionale posso dire con orgoglio che questa splendida, grande Associazione è tale non solo per i numeri, che comunque ci sono. E forse i numeri ci sono perché è il cuore di questa Associazione che è grande, un cuore che è sempre pronto a saltare l’ostacolo e ad andare al di là come hanno fatto questi uomini, soprattutto i nostri alpini che hanno preso il secondo zaino e sono andati all’estero a lavorare». E ha concluso: «Il grande grazie che vogliamo dire a tutti voi, lo vogliamo dire con forza: Grazie! Grazie! Grazie! Evviva gli alpini, viva l’Italia e viva il Belgio».
Giovanni Camesasca
Riunione dei Presidenti delle Sezioni in Europa
Sabato 3 ottobre, nell’ambito del 1º raduno degli alpini in Europa a Marcinelle, si sono incontrati i Presidenti e i Capigruppo delle Sezioni in Europa. Dopo i saluti di rito Ferruccio Minelli, delegato per le Sezioni all’estero, ha fatto una panoramica della situazione attuale, evidenziando «la tendenza a trascurare i rapporti con la Sede Nazionale, preferendo vivere una dimensione troppo localistica che mortifica il senso associativo che è alla base della nostra appartenenza».
Proprio in quest’ottica si è rammaricato per l’assenza di due Sezioni ad un appuntamento così importante. Si riconosce comunque il grande lavoro svolto, in considerazione delle distanze e spesso dell’età degli iscritti, così come è encomiabile quanto viene fatto per far emergere il sentimento d’italianità, anche con le autorità locali. Fondamentale anche per le Sezioni in Europa è cercare di affiancare persone valide per favorire il ricambio degli organi sezionali.
Tutti i Presidenti sono intervenuti, descrivendo brevemente la situazione della propria Sezione, sia per quanto riguarda i numeri, sia sulle attività, mettendo in evidenza le reali difficoltà che si hanno nell’operare all’estero. È stato preso atto della volontà della Sede Nazionale di riconoscere il giornale L’Alpino in Europa quale organo ufficiale di tutte le Sezioni che avranno così spazio nel comitato di redazione e un adeguato numero di pagine a disposizione.
In tal modo gli iscritti di tutte le Sezioni saranno informati di quanto fanno gli alpini in tutta Europa. Alle Sezioni (anche a quelle che non vorranno aderire), non sarà più corrisposto il finanziamento per la stampa che sarà erogato direttamente a L’Alpino in Europa.