Figli della Smalp

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    Forse per la prima volta dissento da un tuo intervento, nella risposta data ad Alfredo Favretto nel numero di novembre con la frase “Ostentare i gradi come se fossero medaglie”. Chi sfila con la Smalp sa che per l’Associazione bisognerebbe sfilare con la propria Sezione, il fatto è che mentre per quasi tutti gli alpini il far parte di una Sezione corrisponde in linea di massima anche con la zona di reclutamento e i reparti dove si è prestato il proprio servizio di naja (ad esempio i milanesi e i lombardi erano tutti del 5º), noi che abbiamo fatto la Smalp arrivavamo da tutte le parti d’Italia per poi essere destinati e sparpagliati in reparti diversi.

     

    Ciò non toglie che molti di noi siano presenti e impegnati all’interno delle proprie Sezioni, nei Consigli, nella Pc, nel Servizio d’ordine nazionale, ma trovano nella Smalp ciò che per tanti mesi di duro addestramento (e, permettimi, non paragonabile a un Car) li ha uniti creando rapporti indelebili nel tempo, volendo offrire il proprio servizio alla Patria in un ruolo di responsabilità. Fatte le regole, si fanno talvolta, se giustificate, anche delle eccezioni: non c’è alcuna ostentazione del grado, lasciate che sfiliamo insieme nel ricordo di quel servizio che ci ha visto fortemente uniti, ci ha formato come alpini e come uomini anche per l’impegno nella vita civile. Ci ritroviamo insieme solo perché è stato nella Smalp, per noi, il momento forte del nostro servizio, con l’orgoglio di quello che abbiamo fatto, vissuto e offerto a tutti gli alpini e in mezzo a tutti gli alpini con i quali, insieme, abbiamo marciato, faticato, sudato e sofferto: “ostentare i gradi”? mi spiace ma non è così, lasciamo perdere, non è il luogo.

    Umberto Gerra – Milano

    Caro Umberto capisco le tue ragioni del cuore e ammetto d’essere stato un po’ duro con la definizione che tu contesti. Ma la sfilata non è un ritroviamoci a distanza di tempo. È piuttosto testimoniare che una volta finito il servizio militare siamo stati “disciolti” come il sale dentro le nostre Sezioni, per dare un contributo sul territorio di appartenenza. Non è neanche vero che la Sezione corrisponde alla zona di reclutamento. Io di Verona ho fatto servizio al 5°, insieme a tanti altri della mia terra. Una occasione per conoscere e stimare i lombardi, senza sentirci peraltro cittadini di quella Regione.