…e un alpino mancato (per ora)

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    Questa è una storia ancora incompiuta ma che ne siamo certi avrà un lieto fine. È la storia della vocazione tardiva d’un giovane che ha scoperto di voler fare l’alpino, e lo ha scoperto dopo aver fatto il soldato di leva in un reggimento di artiglieria ed aver iniziato il lavoro di giardiniere una volta tornato al suo paese, in valle Cervo. A quasi quattro anni alla fine del congedo, ha deciso di rientrare nell’Esercito. E allora direte voi, cosa e chi possono mai impedirgli di arruolarsi di nuovo?Il suo percorso dovrebbe essere facilitato. Invece Ho fatto il servizio di leva racconta Marco (lo chiameremo così) dall’aprile del 2001 al febbraio dell’anno dopo, a Vercelli. Una volta tornato a casa, ho cominciato a lavorare.

    Devo dire che io sono l’unico giovane del mio paese a non essere stato alpino. Ci sono tre o quattro miei coetanei che sono stati nei vigili del fuoco, ma gli altri tutti alpini. È una cosa che mi ha sempre fatto venire un magone . Il ricordo della leva, quel qualcosa di diverso che la vita militare ha nei confronti della vita civile, la possibilità di andare all’estero, di fare esperienze diverse, hanno alla fine fatto decidere Marco: avrebbe fatto la domanda per arruolarsi come volontario. Mia madre racconta era contraria al mio progetto ma poi si è convinta che era proprio quello che io volevo. Ho fatto domanda al Distretto militare di Torino e nella selezione mi sono classificato fra i primi cento, su 33mila aspiranti . Restava una formalità: la visita al centro di selezione nazionale, a Foligno, dove Marco, già artigliere, è arrivato nel dicembre scorso. È risultato che fisicamente stavo benissimo. Poi c’è stato il colloquio con lo psicologo.

    Un colloquio normale, credevo . Invece, ecco botta e riposta. Entro nella stanza e dico: buongiorno . Lo psicologo, un maggiore, risponde con un secco: Siediti e parla! . Di cosa? Parlami dei c tuoi . Beh, ho deciso di fare la domanda per arruolarmi di nuovo. Dopo essere stato congedato e aver lavorato nella vita civile ho capito che continuare a fare il militare era proprio quello che volevo . Secondo te lo interrompe lo psicologo ti sembri normale se dopo la naia, a 25 anni, vuoi tornare nell’Esercito? . io voglio rientrare perché . ma se poi ti ritrovi qualcuno di 18 anni che ti comanda? . Non importa, anche nel mio lavoro, a casa, il mio capo è più giovane di me . Il maggiore insiste. Perché hai lasciato passare così tanto tempo prima di deciderti? . Non volevo fare torto a mia madre, che era contraria al mio arruolamento, perché . Perché, non vai d’accordo con tua madre? . Vado d’accordissimo con mia madre .

    L’inquisitore insiste: Hai mai avuto voglia di litigare con qualcuno? . Beh, sì, qualche volta l’ho avuta, ma . Viene interrotto di nuovo. Non mi ha mai lasciato parlare: avrei spiegato dice Marco che i rapporti con i miei familiari vanno bene e che di fatto non ho mai litigato con nessuno. Forse qualche discussione, come tutti . Cosa ti dà più fastidio? . Marco è irritato per la piega del colloquio, per l’impossibilità di spiegare ciò che vuol dire, per il modo in cui viene trattato, come se si trattasse dell’interrogatorio di un inquisito per chissà quale reato. La mancanza di rispetto , risponde. L’ufficiale, bruscamente: Cosa ci vieni a fare nell’Esercito, dove la mancanza di rispetto è all’ordine del giorno?Guarda che qui tu devi andare in guerra! .