Doni alla città

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    Durante le fasi di programmazione e preparazione delle varie attività di Protezione Civile avevamo quasi la sensazione che i nostri volontari avessero a Treviso compiti marginali. Ora però che l’evento si è concluso abbiamo una consapevolezza ben diversa: sono stati circa 800 i volontari impegnati nelle varie attività gestite direttamente dalla P.C. Ana. I volontari appartengono a più di 45 Sezioni, compresa quella di Treviso che ha contribuito con impegno e precisione nella preparazione del rancio.

     

    In una giornata sono stati aperti dieci cantieri di lavoro e in una settimana le operazioni sono state eseguite in sette edifici scolastici, alle fontane del centro storico, in un parco che corre lungo la città antica e su un ponte, realizzato con una struttura lignea. Sono interventi che l’amministrazione del Comune di Treviso ci ha proposto di svolgere e che noi abbiamo ritenuto di possibile realizzazione. È stato questo il nostro dono alla città. Ai Giardini Mazzotti siamo stati impegnati nella sistemazione generale dei vialetti con la stesura di una rilevante quantità di ghiaietto, perfezionata poi con il ripristino e l’inserimento di un separatore consistente in una lamina d’acciaio per delimitarli.

    Quindi le potature selettive di arbusti, l’asporto di ceppaie, la verniciatura di un parapetto metallico, l’estirpazione di erbacce lungo il tratto delle mura antiche, la verniciatura di manufatti in legno del parco giochi e delle panchine. Questa attività ha richiesto circa 35 volontari su un totale complessivo di 150 che hanno lavorato utilizzando anche delle macchine operatrici per il recupero ambientale. Al ponte sul Sile, in prossimità dell’Università, avremmo dovuto rimuovere e sostituire alcune tavole del piano impalcato usurate e rotte.

    In realtà il lavoro è stato ampliato per lo stato di degrado riscontrato durante l’apertura del cantiere: abbiamo rifatto completamente il manufatto e ripristinato l’impianto di illuminazione. In particolare le superfici lignee sono state completamente raschiate e levigate ed è stata applicata una vernice impregnante protettiva. I volontari, professionali e competenti, hanno realizzato un lavoro eccezionale e i commenti dei passanti, in più occasioni, lo hanno dichiarato! Nei plessi scolastici che ospitano le scuole primarie, abbiamo ripristinato delle aree esterne intervenendo su alcuni spazi per la ricreazione degli scolari e per le attività didattiche.

    Erano opere che i dirigenti scolastici attendevano da tempo. Un esempio su tutti: alla scuola Carducci i volontari hanno sistemato l’orto didattico, ripristinando le vasche, la staccionata in legno, realizzando un vialetto con fondo in ghiaietto delimitato da cordoli metallici e hanno tinteggiato le facciate degradate da deturpanti graffiti. Il percorso didattico è stato inoltre arricchito da nuove essenze arboree. La pianificazione iniziale prevedeva il ripristino di 23 fontane del centro storico, che sono poi diventate 33 (guarda caso un numero caro alle penne nere) per l’ulteriore richiesta dei tecnici del Comune. Impossibile stabilire quale opera possa ambire al primo posto.

    Tutte sono state realizzate a regola d’arte, con rigore e professionalità. Tanti i complimenti e l’affetto dimostrato nei nostri confronti, come l’accoglienza che ci hanno riservato le mamme degli alunni, viziandoci con torte casalinghe e caffè e la richiesta delle dirigenti scolastiche di spiegare chi sono gli alpini e cosa fanno. Ma una scelta per identificare “il dono alla città” andava fatta ed è stata individuata nell’opera compiuta ai Giardini Giuseppe Mazzotti. Erano numerose le autorità al momento della consegna. Accanto al Presidente Favero e ai Consiglieri nazionali c’erano il sindaco, il prefetto Lega, il Presidente della Regione Zaia, il comandante delle Truppe Alpine gen. Bonato e alcuni assessori comunali.

    Nei loro interventi hanno sottolineato come la solidarietà degli alpini si dimostri anche attraverso interventi come di pratica utilità come questi. Ma le attività di Protezione Civile non sono finite qui. Siamo stati impegnati con i volontari della specialità alpinistica nella gestione della torre di arrampicata e, in collaborazione con i militari, del ponte himalayano presso la Cittadella degli Alpini. Gli alpinisti hanno riscosso il compiacimento e l’ammirazione dei numerosi “scalatori”, soprattutto i più piccoli, che hanno voluto provare il brivido dell’arrampicata. La collaborazione con il 118, per alcune incomprensioni programmatiche, non ha invece avuto l’ampiezza degli anni scorsi.

    L’Ospedale da Campo ha svolto la sua consolidata e professionale attività nelle adiacenze della Cittadella, mentre i volontari delle squadre sanitarie sono stati operativi nelle diverse postazioni dei Posti Medici Avanzati. Anche la specialità veterinaria ha svolto il suo ruolo nel controllo delle prassi sanitarie nelle mense dei campi tenda. Profonda e reciproca è stata la collaborazione con la Polizia Municipale che, grazie alla sala operativa Ana ha permesso il superamento di fasi critiche legate alla viabilità. Diversamente dagli altri anni non siamo stati coinvolti dalla Prefettura nell’allestimento del Centro Operativo dell’Adunata. Per le delicate operazioni relative al presidio dei 39 varchi d’ingresso alla città, abbiamo costituito con la specialità delle trasmissioni una sala operativa Ana, accolta nei locali gentilmente concessi dalla scuola edile.

    La consolidata esperienza nell’uso delle nuove attrezzature tecnologiche, l’affiancamento fisico con gli specialisti dell’informatica, l’utilizzo del nuovo programma “Vola”, hanno permesso di allestire un ottimo centro operativo che in giorni diversi ha avuto la visita dei funzionari del Dipartimento nazionale della Protezione Civile e del capo Fabrizio Curcio che ha indicato la nostra struttura come punto di riferimento e di esempio anche per le altre associazione di volontariato. Il mio grazie è per tutti i volontari che si sono spesi con grande impegno. E la dimostrazione è nelle parole dei tanti cittadini di Treviso: «Ci volevano gli alpini!».

    Giuseppe Bonaldi