Diario di Edoardo, Andrea e di altri studenti del liceo Oberdan

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    LUNEDÌ 11 MAGGIO

    Già dalla mattina, con grande sorpresa di tutti, l’attesa per l’arrivo degli alpini per la 77ª adunata nazionale è terminata. Al suono della campanella che ogni giorno annuncia l’inizio delle lezioni la preparazione del campo base della sezione di Vicenza è già ultimata, il liceo Oberdan ha un nuovo inquilino: il capitano Nicola Stoppa. La curiosità è troppa. Molti ragazzi, soprattutto delle quinte classi, disertano le prime ore di lezione per poter dare la giusta accoglienza all’ospite che li ricambia offrendogli un bicchiere di cabernet. Terminate le lezioni, all’ora di pranzo, anch’io decido di dare il benvenuto. L’alpino Nicola si dimostra dal primo momento molto ospitale, ma a causa del maxi compito in classe di dopodomani non posso restare a fargli compagnia più di mezz’ora.

    MARTEDÌ 12 MAGGIO

    Decido di entrare due ore dopo a scuola, per conoscere meglio il ‘nostro’ alpino e per trovare un po’ di tranquillità per finire i compiti incompleti. Ricordandosi dell’incontro di ieri mi accoglie calorosamente e mi invita, finita scuola a restare a pranzo insieme a lui e altri miei compagni. A mezzogiorno, conclusasi un’altra dura giornata di studio vado da lui come d’accordo. Consumo il pranzo e tra un bicchiere di vino, una risata e qualche canzone accompagnata da una chitarra, il pomeriggio scorre veloce facendomi dimenticare gli impegni scolastici.

    MERCOLEDÌ 13 MAGGIO

    In mattinata non sono riuscito a incontrare Nicola a causa della simulazione della prova d’esame, ma con mia grande sorpresa, nel pomeriggio, lui mi chiama al cellulare e mi domanda se ho voglia di andare a scuola per preparare uno scherzo al preside ed ai docenti. Benché stanco per gli impegni della mattina, decido di andare a vedere cosa intende fare. Le condizioni del tempo però non mi consentono di utilizzare il motorino, piove a dirotto e, con mia grande sorpresa Nicola, molto gentilmente, decide di passare a prendermi in macchina. Suona il campanello, esco di casa e trovo la sua Fiat Stilo ad attendermi. Salito in macchina capisco che non stiamo andando verso scuola ma imbocchiamo la strada che porta sulle rive della città. L’auto si ferma vicino ad un campo base di alpini situato su uno dei tanti moli che si affacciano sul golfo di Trieste. Mi invita a rimanere a cena con loro e, anche se con un pò di imbarazzo, accetto. In questo momento capisco che tra noi si sta instaurando un rapporto di grande amicizia e rispetto. Mi colpisce molto il fatto che, anche nel contesto di allegria e spensieratezza del raduno delle penne nere, per Nicola la fede non passa mai in secondo piano: con una preghiera ringrazia Dio per il cibo che è in tavola, toccando nel profondo i sentimenti di tutti i presenti. La serata scorre veloce ed il contesto allegro e la grande ospitalità mi fanno sentire uno di loro. Salutati tutti, mi riaccompagna a casa. Nonostante la mia convinzione che lo scherzo fosse stato solo un pretesto per portarmi fuori a cena vedo che la macchina si ferma proprio davanti al cancello della scuola. Noto subito qualcosa di insolito che si ‘stagliava’ a mezz’aria sopra il portone d’ingresso dell’edificio. Avvicinandomi mi accorgo che quell’oggetto non identificato che sta appeso con due corde è la damigiana da 20 litri, ormai vuota, che ci ha accompagnato negli ultimi due giorni con incollata la scritta ‘ liceo Oberdan’. Scoppiamo entrambi a ridere per la burla immaginandoci le reazioni del giorno dopo. Mi riaccompagna a casa dopo una serata che rimarrà sempre impressa nella mia memoria.

    GIOVEDÌ 14 MAGGIO

    Nonostante Nicola, oggi si va in Croazia per una visita scolastica: la sua presenza è sostituita dalla damigiana che aveva appeso ieri; in questo modo è riuscito nel suo intento: in molti, compresi i professori e il preside, ridono per la sua iniziativa che è riuscita a spezzare la monotonia e la rigidità del mondo della scuola.

    VENERDÌ 15 MAGGIO

    Oggi Nicola è diventato a tutti gli effetti un componente del liceo Oberdan: aggirandosi per le classi della scuola si è cimentato con grande ironia in lezioni di matematica alternativa conquistandosi la simpatia di quelli che ancora non lo conoscevano. Durante la giornata non ho potuto stare insieme a lui a causa di una rappresentazione teatrale fuori Trieste, ma mi è stato raccontato che ha organizzato per i ragazzi una serata insieme a lui e ai suoi compagni di reparto che l’hanno raggiunto oggi. Al mio rientro, nonostante l’ora tarda, li trovo ancora sotto la tenda. Benché stanco mi unisco comunque a loro. Le canzoni e le risate si prolungano fino alle due di notte.

    SABATO 16 MAGGIO

    Ormai la città è invasa dalle penne nere. Per le strade del centro si contano più alpini che miei concittadini. Nel pomeriggio, sulle rive gremite e tappezzate di bandiere tricolori la gente è allietata dalle fanfare degli alpini; una stupenda giornata fa da cornice a questo incredibile spettacolo che non mi era mai capitato di vedere prima d’ora. Vista l’atmosfera spumeggiante la serata si preannuncia lunga e “impegnativa”. La sera, arrivato in una piazza dell’Unità d’Italia stracolma di gente, incredibilmente mi imbatto in Nicola con alcuni altri ragazzi del mio liceo. Trieste si è svegliata dal torporee si è liberata dalla noia che spesso la caratterizza (almeno per noi giovani).

    DOMENICA 17 MAGGIO

    È finalmente arrivato il momento della sfilata: il vero motivo per cui gli alpini hanno raggiunto la nostra città e festeggiare il 50° anniversario del ritorno di Trieste all’Italia. La sfilata, iniziata alle 9 del mattino, si protrae quasi fino a sera, senza interruzioni, fino alle sette; un fiume di gente, quasi 90.000 penne nere, percorre tutto il centro. Io aspetto fino alle due il passaggio della sezione di Vicenza e vedo con orgoglio Nicola impegnato a far rispettare i ranghi. Passati tutti ci ritroviamo nel campo esterno della scuola per trascorrere insieme gli ultimi momenti di questa indimenticabile settimana. È il momento dei saluti; il ritorno alla vita di tutti i giorni è ormai prossimo. Sulle note del “Silenzio” la bandiera che ha sventolato durante la settimana sopra l’accampamento, viene ammainata e con grande commozione mi viene data in regalo. È un arrivederci al nostro prossimo incontro. Grazie a tutte le penne nere, grazie Nicola.

    Edoardo Sirza Andrea Poli, Liceo scientifico Guglielmo Oberdan