Si sono svolte le celebrazioni per il 25º anniversario di costituzione del gruppo M.O.V.M. Pietro Maset , sezione di Conegliano. Nella giornata di sabato, al mattino incontro presso il Gruppo con gli alunni delle scuole elementari Dante di Conegliano e quella di Bagnolo. Nel pomeriggio onori alla tomba del capitano Pietro Maset, il Maso . Intensa la cerimonia nel cimitero di Scomigo, alla presenza del vessillo sezionale, scortato dal presidente Gian Battista Bozzoli, del gagliardetto del Gruppo e di altri gruppi amici.
Dopo la deposizione di un mazzo di fiori, e la lettura della motivazione della Medaglia d’Oro, è stato suonato il Silenzio . È seguita la S. Messa celebrata da mons. Massimo Magagnin, parroco di Madonna delle Grazie, in suffragio dei soci del Gruppo andati avanti. A loro ricordo il consiglio ha apposto di fronte alla sede una targa impreziosita dalla scultura in bronzo di un cappello alpino opera di Gianfranco Buosi. Il Corocastel ha accompagnato le cerimonie. Nella serata di sabato spettacolo, parole e musica in concerto, con le voci recitanti di Francesco Santin e Mariateresa Dalla Vedova e accompagnamento del coro alpino Col di Lana.
Domenica alle 9 alzabandiera in piazza IV Novembre davanti al monumento ai Caduti, deposizione di una corona e resa degli onori. Alle 10 sfilata con il gonfalone comunale, con il vessillo della sezione di Conegliano, i vessilli di 4 Sezioni ospiti e i gagliardetti di oltre 60 Gruppi. Al termine, davanti alla sede, ha preso la parola il capogruppo Roberto Marcon che ha ringraziato i soci che in questi anni hanno contribuito alla vita associativa. È seguito l’intervento del sindaco Alberto Maniero, del vice presidente sezionale Giuseppe Benedetti, del consigliere nazionale Nino Geronazzo e del comandante del Gruppo Conegliano col. Antonino Inturri.
Dopo la S. Messa, celebrata dal cappellano militare mons. Agostino Balliana, è stata consegnata una pergamena a Giovanni Carlet, capogruppo fondatore. La parte ufficiale si è conclusa con l’inaugurazione della nuova ala della sede, costata anni di duro lavoro e risparmi, con benedizione e taglio del nastro. Infine rancio alpino e ammainabandiera al calar del sole.
Omar Gatti
Pubblicato sul numero di febbraio 2010 de L’Alpino.