Avvicendamento alla Regione Militare Nord: il generale di C.A. Franco Cravarezza ha lasciato l’incarico per raggiunti limiti di età ed ha ceduto il comando della Grande Unità al gen. B. Pio Valente, del Corpo dei bersaglieri. La cerimonia è avvenuta al Circolo Ufficiali dell’Esercito, a Torino, alla presenza del gen. C.A. Mario Marioli, comandante del 1º Comando Forze Difesa.
Nei suoi cinque anni di permanenza, il gen. Cravarezza ha trasformato il comando Forze di Reclutamento in Regione Militare e, ancora, nella successiva dipendenza dalle Forze Operative Terrestri. Grande è stata la sua collaborazione con le istituzioni civili, ed altrettanto grande la collaborazione con la sezione di Torino e con la nostra Associazione, da alpino qual è.
Per quanto ha fatto, dal reclutamento alpino alle prospettive di lavoro per gli alpini al termine della loro ferma quadriennale, gli siamo riconoscenti. Sentimento espressogli, alla cerimonia del passaggio di comando, anche dal nostro presidente nazionale Corrado Perona, che era accompagnato dal presidente della sezione di Torino Giorgio Chiosso. Al termine, il presidente Perona, con Chiosso e il gen. Valente, è andato a far visita al caporale Cristina Buonacucina, del 32º reggimento Genio Alpini, ferita il 17 maggio scorso in Afghanistan in un attentato nel quale sono rimasti uccisi il sergente Massimiliano Ramadù, e il caporale Luigi Pascazio. C’è stato anche un secondo ferito: il caporal maggiore Gianfranco Scirè.
Cristina ha riportato fratture multiple alle gambe e una lesione alla colonna vertebrale. Dall’ospedale militare d Ramstein, dov’era stata ricoverata dopo l’attentato, è stata trasferita al Centro traumatologico di Torino. Molto cordiale è stato l’incontro con il presidente Perona, che le ha formulato gli auguri d’una totale guarigione. La giovane alpina, dal sorriso dolce e un carattere di ferro, ha confermato al presidente la volontà di tornare in Afghanistan, grata di tutte le manifestazioni di sostegno e amicizia che riceve anche da parte degli alpini in congedo.
Pubblicato sul numero di settembre 2010 de L’Alpino.