CADORE-PADOVA – Il sacrificio dei soldati sul Monte Piana

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    «Queste meravigliose montagne sono state create per la contemplazione, per la pace, per l’amore, non per la devastazione, la guerra e l’odio». Così nell’omelia l’Ordinario militare Santo Marcianò ha voluto ricordare il sacrificio di migliaia di soldati sul Monte Piana, all’inizio della Grande Guerra e nei due anni dal 1915 al 1917, proprio davanti alla chiesetta dedicata ai Caduti di tutte le nazionalità.

    La cerimonia, organizzata dalle Sezioni Ana di Padova e di Cadore, in collaborazione con il Comune di Auronzo e l’associazione “Amici di Monte Piana”, ha visto un’ampia partecipazione di autorità militari e civili, di rappresentanze delle associazioni combattentistiche e d’arma e di molte persone giunte fino ai 2.300 metri del Rifugio Bosi, a piedi o con il servizio di navette predisposto dal Comune. La splendida giornata di sole e il panorama mozzafiato hanno favorito la partecipazione per un rito che si ripete tutti gli anni, ma che in questa occasione è stato ancor più significativo.

    Dopo la Messa accompagnata dalla corale Laghi di Revine e Tarzo, Antonella Fornari, autrice di molte pubblicazioni dedicate alla storia della guerra in Ampezzo e Cadore, ha raccontato delle vicende del Monte Piana e delle migliaia di Caduti in una battaglia di posizione che per due anni ha visto le truppe dei due eserciti bloccate in una zona assai ristretta. È stata rievocata in particolare l’eroica figura del maggiore Bosi, colpito da un cecchino durante le operazioni militari. Quindi sono intervenuti il rappresentante del comune di Auronzo, l’assessore Dario Vecellio, il col. Romoli, comandante del 6º reggimento alpini, e i presidenti delle Sezioni Ana organizzatrici.

    Lino Rizzi, Presidente della Sezione di Padova, ha portato il saluto del Presidente Favero e ha voluto sottolineare l’impegno degli alpini per la solidarietà e i valori morali in un momento in cui spesso questi concetti vengono trascurati o dimenticati. Il Presidente della Sezione Cadore Pierluigi Bergamo – “andato avanti” pochi giorni dopo questa cerimonia – ha sottolineato come il miglior modo di ricordare i Caduti sia quello di impegnarsi affinché i giovani comprendano l’importanza della pace. Parole di speranza, con un prezioso insegnamento.

    Livio Olivotto