BELLUNO CONEGLIANO – Pellegrinaggio a Milovice

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    Sono diciassette anni che gli alpini delle Sezioni di Belluno e Conegliano e i familiari dei Caduti si recano nella cittadina di Milovice a 30 km a nord di Praga, per un fiore e una preghiera alle tombe delle nostre 5.276 vittime della Grande Guerra. In questo pellegrinaggio, agli alpini guidati da Angelo Dal Borgo e Lino Chies si sono aggiunti una quarantina di cittadini di Concordia Sagittaria (Venezia) con il sindaco Claudio Odorico e il giovane concittadino Alessandro Vello, che dopo lunghe ricerche personali ha scoperto che in questo campo, oltre al prozio, ci sono ben 33 Caduti del suo Comune.

    Durante il ricevimento nell’ambasciata italiana a Praga, alla presenza dell’ambasciatore Francesco Saverio Nisio, si è esibito il Coro Minimo Bellunese con alcune canzoni alpine e l’Inno nazionale italiano e ceco. L’indomani la visita e le cerimonie ufficiali al cimitero di Milovice (nella foto), la Messa nella chiesa parrocchiale, l’incontro conviviale con l’amministrazione comunale di Milovice e alla vicina cittadina di Lysá nad Labem dove sono stati posati dei fiori al monumento che ricorda gli italiani, i russi e i francesi.

    A Milovice, nel 1917, sorse un enorme campo di prigionia austroungarico, dove transitarono oltre 18mila prigionieri tra italiani, russi e serbi. Di questi sfortunati combattenti oltre 5mila soldati italiani non tornarono alle loro case. Nel 1927 furono esumate 182 salme dal cimitero di Broumor e sepolte anche loro in questo luogo nelle fosse comuni. Un dramma disumano e crudele, per questi combattenti fu una morte atroce per fame e malattie. Milovice era una cittadella militare, un poligono di tiro fin dal 1904, prima con gli austroungarici, poi con i tedeschi nel periodo hitleriano e per finire con i russi fino al 1991 quando le truppe sovietiche lasciarono la Cecoslovacchia.

    Con l’abbandono del territorio dai russi, la zona fu bonificata e riaperta e così ricominciarono le visite al cimitero da parte delle popolazioni locali e dei pellegrini giunti da altri paesi, gli italiani furono i più numerosi e dall’amministrazione locale fu riconosciuto e chiamato il cimitero degli italiani praticamente abbandonato, ma rimesso a posto a partire dal 2002, grazie all’ex console a Praga Giuseppe Filippo Imbalzano, al commissariato Generale di Onor Caduti e dell’artigliere alpino Lino Chies di Conegliano che si sono adoperati per dare a questo sacro luogo la dignità che merita.

    Sono sostituite le croci di legno con altre di marmo di Carrara, recintata tutta l’area e aperto un piccolo museo. Il cimitero è ora divenuto territorio italiano, la via che conduce al paese è stata denominata “Italska” (via Italia). Momento di grande commozione è stata la posa delle rose rosse alla base di ogni croce del campo, per ricordare eternamente il sacrificio di questi nostri combattenti Caduti per la Patria e dove sarà nostro dovere continuare negli anni futuri i pellegrinaggi, per non dimenticare, il loro sacrificio.

    Luigi Rinaldo