Arrivederci don Brupon

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    Sabato 2 luglio 2016 è morto don Bruno Pontalto, maestro del coro brigata alpina dell’Orobica. Ho conosciuto bene don Bruno. Il primo incontro con lui avvenne il 27 ottobre 1979 a Merano. “In quel tempo” il Presidente dell’Ana era Bertagnolli, mentre la segreteria era “comandata” dal colonnello Tardiani, il quale aveva concepito l’idea di indire un concorso di cori fra alpini alle armi. L’idea degli “addetti ai lavori” suscitò qualche dubbio.

     

    L’iniziale perplessità era dovuta al timore che, proprio nell’ambito associativo, il canto degli alpini non riscuotesse i consensi per via degli intendimenti artistici che, proprio in quegli anni stavano germogliando. Venne comunque diramato il bando del concorso. Ciò che poi ha dato il via a questa manifestazione canora è stato l’interesse e l’apporto del IV Corpo d’Armata Alpino. A Merano nel magnifico salone della Sazvar si svolse la serata conclusiva dopo le prove dei complessi corali. La giuria composta dal maestro Bepi De Marzi e dal sottoscritto immaginava che i cori avrebbero denotato una preparazione tecnica non proprio aderente verso i canoni consueti, ma la sorpresa è stata forte nel constatare che i cori concorrenti (nove erano gli iscritti) avevano tutti una grande preparazione musicale. La giuria assegnò al coro della brigata alpina Orobica diretta dal maestro don Bruno Pontalto il primo premio. Il concorso continuò per diversi anni e sempre assieme al maestro De Marzi fummo testimoni di un evento straordinario. Proprio dal quel concorso molti giovani alpini dopo la leva entrarono in quei complessi corali che ancora oggi tengono banco nelle molteplici manifestazioni (nel coro Ana di Milano quattro sono i cantori ancora in attività). Oggi la Sede Nazionale è impegnata, soprattutto dopo il 2º convegno sulla Coralità Alpina, a sostenere questo importantissimo elemento artistico-musicale che gli spetta di diritto. Don Bruno Pontalto, un prete difficile per quel suo carattere esigente, è stato un estimatore e un buon preparatore di cori alpini, un uomo fortunato perché nel corso degli anni trovò penne nere di buon talento ma anche perché molti di loro decisero di non far tacere il coro, una volta esaurito l’anno di naja.

    Massimo Marchesotti

    Grazie caro Massimo per questa testimonianza. Ho avuto l’onore di presiedere la celebrazione delle sue esequie a Costalunga di Monteforte d’Alpone (Verona), dove si sono svolti i funerali. La presenza dei familiari, ai quali va tutta la nostra fraterna vicinanza, e quella della sua seconda famiglia, ossia il coro della brigata Orobica in congedo, accompagnato all’organo da Bepi De Marzi, hanno creato un momento di altissima spiritualità che si è tradotto in un generale clima di partecipazione e anche di commozione. Come ho avuto modo di dire in quella circostanza, don Bruno, Brupon per i suoi amici, mi ricordava e mi ricorda i frutti del deserto: duri di scorza e dolcissimi dentro. Potremmo dire che il suo personaggio attingeva alle figure di Sior Todero Brontolon o del Burbero benefico, cari alla tradizione veneta, unite però ad una sensibilità interiore di rara acutezza, che riusciva ad esprimere nel canto e nel culto per la poesia. Mancherà a tanti don Brupon. Mancherà soprattutto al coro dell’Orobica, che egli ha portato a vertici di altissimo livello.