Gli eccezionali eventi atmosferici che hanno interessato a più riprese e con diverse tipologie di circostanze il territorio nazionale hanno richiesto un significativo intervento dei volontari della nostra Protezione Civile. Dal 16 al 18 gennaio le intense precipitazioni in Emilia Romagna hanno indotto le amministrazioni ad utilizzare i volontari ANA per il monitoraggio dei corsi d’acqua che si stavano rapidamente ingrossando. Ma è da domenica 19, in seguito alla rottura dell’argine del fiume Secchia, che la situazione si presenta in tutta la sua gravità: migliaia di ettari vengono invasi dall’acqua che con incredibile velocità allaga strade, fabbricati e terreni agricoli.
La regione Emilia Romagna nel territorio rispondono senza indugio, consentendo di mettere in salvo le persone nelle zone già sommerse dall’acqua o, in via preventiva, in quelle che stanno per essere allagate. È una corsa contro il tempo… Quando l’argine del Secchia viene finalmente sistemato per i volontari ANA inizia un nuovo tipo di attività. Alla nostra Associazione viene assegnato, come luogo d’intervento, il comune di Bastiglia (Modena) dove viene installata una cucina da campo dell’ANA che distribuisce pasti all’Esercito, alla Croce Rossa Italiana, ai Vigili del fuoco e ai volontari delle diverse associazioni, con punte di 400/500 pasti al giorno per un totale complessivo di 7.000.
Gli eccezionali eventi atmosferici continuano incessantemente a colpire il territorio e il 21 gennaio il Dipartimento nazionale di P.C. richiede i volontari della Colonna mobile ANA per offrire ulteriore sostegno alle attività di assistenza alla popolazione. Interviene immediatamente il modulo idrogeologico, dotato di idrovore e composto da volontari delle sezioni di Varese, Monza e Pavia. Dopo l’avvicendamento della squadra con altri volontari della sezione di Bergamo l’operatività di questo modulo termina il 29 gennaio. Continua invece con assiduità l’impegno delle sezioni di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Bolognese-Romagnola che provvedono dapprima allo svuotamento delle cantine con l’ausilio di motopompe, quindi allo sgombero dei materiali dagli interrati delle unità residenziali e per ultimo alla pulizia e al lavaggio con le idropulitrici, in modo da riportare il più possibile alla normalità gli ambienti.
Le attività dei volontari dell’ANA Regione Emilia Romagna – presenti giornalmente con numeri variabili da 40 a 120, per un totale complessivo di 1.140 giornate/uomo – sono terminate il 7 febbraio e sono state particolarmente apprezzate dalla Regione, ma anche dalla popolazione, che ha riconosciuto la capacità di risposta della nostra Associazione a qualsivoglia tipologia emergenziale. Terminata l’assistenza alle popolazioni, su richiesta delle province dell’Emilia Romagna, i volontari delle sezioni Bolognese Romagnola, Modena e Parma hanno continuato il monitoraggio di corsi d’acqua e dei movimenti franosi. In Veneto l’emergenza conseguente alle abbondanti nevicate è iniziata il 30 gennaio.
L’attivazione dell’ANA è pervenuta dalla Regione Veneto tramite la Provincia di Belluno e la prefettura. Molto efficace è risultata l’apertura della sala operativa del Centro Coordinamento Soccorsi presso l’aeroporto di Belluno dove i volontari ANA hanno gestito e coordinato la attività legate al “volontariato” e ai “materiali e mezzi”. Le località interessate e che hanno visto l’intervento dei nostri volontari sono quelle della provincia di Belluno a partire dalle vette feltrine nella zona di Lamon; nell’Agordino ad Alleghe, Arabba, Cencenighe; nella Val Zoldana e in tutto il Cadore. Le squadre ANA delle sezioni di Belluno, Cadore, Feltre, Verona, Padova, Treviso, Vicenza, Bassano del Grappa e Valdagno hanno in un primo momento contribuito con Veneto strade ed Enel alla rimozione degli alberi caduti sulle carreggiate o di quelli che compromettevano la funzionalità delle linee elettriche e successivamente hanno portato nelle case di riposo, negli edifici pubblici e dove c’era bisogno, gruppi elettrogeni e torri faro della Colonna Mobile ANA per rimediare alla mancanza di energia elettrica.
Le operazioni di soccorso sono continuate fino al 9 febbraio con la presenza di volontari (con punte di 100 presenze giornaliere) per lo sgombero di neve dai tetti degli edifici pubblici, delle scuole, di ambulatori, case di riposo, palestre, palazzetti, case private e dalla stazione ferroviaria di Perarolo di Cadore. L’emergenza nel Veneto è continuata per l’ingrossamento dei corsi d’acqua in pianura, dove sono stati effettuati interventi finalizzati al monitoraggio dei fiumi, alla predisposizione di sacchi di sabbia per arginare l’acqua e al supporto ai Vigili del Fuoco con motopompe per contrastare gli allagamenti negli scantinati e nei padiglioni delle aziende, per lo svuotamento dei canali, il controllo movimenti franosi e di alcune strutture pubbliche.
In questi ambiti sono intervenute le squadre di Motta di Livenza, Treviso, Valdobbiadene, Conegliano, Bassano, Vittorio Veneto, Venezia, Padova (Bovolento), Valdagno (Trissino, Brogliano, Castelgomberto), Vicenza e Verona (Merlara). Complessivamente le sezioni del Veneto hanno contribuito al superamento dell’emergenza con 1.140 giornate/uomo. Consentitemi di esprimere riconoscenza a tutti i volontari che con grande impegno e ottima capacità d’intervento, ancora una volta, hanno portato aiuto e solidarietà a chi ne aveva più bisogno.
Giuseppe Bonaldi
INTERVIENE L’ESERCITO
Per combattere l’emergenza neve nel bellunese sono intervenuti anche gli alpini del 7° reggimento (nella foto) che hanno utilizzato pale caricatrici gommate, terne ruotate e camion per sgomberare le strade e garantire la viabilità. Gli alpieri e gli istruttori di alpinismo si sono invece occupati della rimozione della neve dai tetti. A Cortina d’Ampezzo hanno lavorato all’istituto scolastico Valboite, chiuso a causa del maltempo, dopo il cedimento del tetto che fortunatamente non ha causato danni alle persone. Nei comuni più isolati dell’Alto Cadore, raggiunti grazie ai cingolati BV206, sono stati distribuiti generi di conforto agli abitanti.
L’attivazione dell’Esercito accanto ai volontari della Protezione Civile è avvenuta anche nelle zone colpite dall’eccezionale ondata di maltempo, a Modena, Pisa, Treviso e nel Lazio dove sono intervenuti fanti, lagunari e parà che hanno rinforzato gli argini, tenuto sotto controllo i fiumi e utilizzato le idrovore per rimuovere l’acqua dagli scantinati delle case. Gli interventi dell’Esercito sono avvenuti su richiesta delle rispettive Prefetture e con il coordinamento del Comando Forze di Difesa Interregionale Nord di Padova, comandato dal gen. C.A. Bruno Stano.