A Milovice per onorare 5300 Caduti nella Grande Guerra

    0
    115

    Una delegazione A.N.A. con il Labaro nazionale nella Repubblica ceka al cimitero militare dove riposano tanti soldati italiani.

     

    La resa degli onori ai Caduti. Il momento è stato solennizzato dall’esecuzione del
    Piave , suonato dalla banda militare ceca, mentre il picchetto armato rendeva gli onori.

    (foto Renato Bogo)

     

    Due soldati dell’esercito ceko in grande uniforme, mentre la banda militare intonava le note del Piave , hanno deposto una corona di fiori alla grande stele
    eretta al centro del cimitero di guerra di Milovice. Sul basamento si legge la dedica: Ai caduti italiani… il popolo cekoslovacco .
    Accanto alla stele, il Labaro nazionale scortato dal vice presidente vicario Corrado Perona con il consigliere nazionale Ivano Gentili e il revisore dei conti nonché presidente della sezione di Belluno Arrigo Cadore. C’erano poi i vessilli della sezione di Conegliano e di Belluno, il gonfalone della Provincia di Belluno con un consigliere in rappresentanza del presidente, i gonfaloni dei Comuni di Conegliano con il sindaco Ivano Zambon, di Puos d’Alpago con il sindaco Antonio Barattin, di Tambre con il sindaco Corrado Azzolini, di Ponte nelle Alpi con il vice sindaco e già consigliere nazionale ANA Cesare Poncato. Presenti l’ambasciatore d’Italia a Praga, Paolo Faiola e il console Filippo Imbalzano.
    Sono oltre dieci anni che al cimitero militare di Milovice viene celebrata una cerimonia in onore dei Caduti della Grande Guerra. Il cimitero si trovava nei pressi di un grande campo di concentramento: un campo di smistamento dei prigionieri che venivano dirottati ai vari campi di lavoro.
    Milovice ospitò fino a oltre 15mila soldati italiani, le cui condizioni come del resto quelle degli altri prigionieri, in special modo russi erano estremamente precarie.
    Nel cimitero di Milovice riposano 5358 soldati italiani, ai quali ogni anno, dal 1919 venivano resi gli onori. Poi la parentesi tragica della guerra, l’occupazione delle truppe del Patto di Varsavia e infine i carri armati russi che nel ’68 stroncarono la primavera di Praga e le speranze di libertà di un nobile popolo.
    La zona venne interdetta e nessuno potè avvicinarsi al cimitero. Unica eccezione, nel ’63, una delegazione italiana guidata dall’allora sottosegretario al Commercio con l’estero Luigi Caiazza, che aveva il padre sepolto proprio lì.
    Milovice fu a lungo la base delle le truppe corazzate sovietiche che vi costruirono un aeroporto, i depositi di armi, i magazzini. Ancora oggi una vasta zona porta i segni di questa occupazione, durata fino al 1990, con il definitivo ritiro delle truppe d’occupazione. L’anno successivo, riprese la cerimonia di omaggio ai Caduti. Da due anni a questa parte, dopo contatti diretti avviati da Lino Chies, già vice presidente nazionale, con il console d’Italia a Praga, gli alpini si recano al cimitero di guerra per rendere onore a quei soldati italiani morti di stenti e per le ferite della guerra. Quest’anno la cerimonia è stata particolarmente solenne, per la presenza del nostro Labaro nazionale e della delegazione ufficiale dell’ANA guidata dal vice presidente vicario Perona, dell’ambasciatore d’Italia nella Repubblica Ceka Faiola, accompagnato dalla moglie, del console Imbalzano, dall’addetto militare italiano a Praga e due carabinieri dell’ambasciata, che hanno fatto servizio d’onore ai lati del monumento. C’era, come da due anni a questa parte e per esplicita richiesta dello stesso ambasciatore italiano, il coro Monte Dolada diretto da Alessio Lavina e il suo presidente Angelo Dal Borgo, vice presidente della sezione di Belluno.
    Austera la cerimonia al cimitero, con un picchetto ceko in armi e la fanfara militare che ha intonato le note dell’Inno di Mameli, cantato dai coristi e da tutti gli alpini e i rappresentanti delle Associazioni d’Arma. Poi, sulle note del Piave, preceduto da due soldati in grande uniforme al passo di parata, Perona ha deposto una corona di fiori al monumento. Altre corone sono state deposte dall’ambasciata e dai rappresentanti delle altre associazioni d’Arma.
    Il coro ha chiuso la cerimonia con Stelutis alpinis, forse il canto più bello degli alpini, il più struggente, il più significativo. E il più indicato per questa cerimonia che ha portato gli alpini a rendere omaggio a chi è stato sepolto lontano, a portare une stelute . Sembrava davvero che da quelle croci si alzassero altrettanti spiriti, tanto quei Caduti sono sembrati presenti.
    Dopo aver visitato il piccolo museo attiguo al cimitero, la delegazione italiana ha raggiunto la chiesa di Milovice dove il vescovo di Praga monsignor Jaroslav Skarvada ha celebrato una S.Messa con il parroco della cittadina. Davanti all’altare erano deposte, avvolte in un Tricolore, le urne di quattro soldati
    italiani fuggiti da un campo di prigionia sovietico, catturati dai tedeschi e fucilati. Non appena saranno completate le formalità burocratiche, i resti saranno traslati
    a Bari e inumati al Sacrario dei Caduti d’Oltremare.
    Al termine della S.Messa Cesare Poncato ha letto la Preghiera dell’Alpino , mentre il coro Monte Dolada cantava Signore delle Cime.
    Per chi crede ancora in certi valori ha detto Arrigo Cadore nel commentare la cerimonia questi sono stati momenti di grande emozione e commozione. Nessuno è riuscito a trattenere le lacrime: sarà impossibile dimenticare una giornata come questa. In quei momenti così intensi, ti viene da pensare quale sia stata la pena di tanti ventenni che, lontani da casa, in terra straniera, si sentivano soli e abbandonati da tutti; immagino la loro sofferenza, la loro rabbia per essere impotenti davanti a eventi così tragici, la loro disperazione e infine la loro rassegnazione nel sentire la loro vita spegnersi lentamente Conclusa la parte celebrativa, la delegazione italiana è stata ricevuta dalle autorità cittadine nella Sala municipale. Al coro Monte Dolada, si sono unite ancora una volta alcune suore che parlano correttamente l’italiano avendo trascorso molti anni nel nostro Paese prima di tornare in patria.
    Una visita alla splendida città di Praga era d’obbligo. Poi la partenza, con la mente piena di ricordi. Infine un ringraziamento: alla interprete Sdenka, praghese di nascita ma residente a Conegliano e ad Anita, autista del pullman e al coro Monte Dolada che ha allietato il viaggio sfornando un vastissimo repertorio. (a.c.)