Cultura popolare e trabiccoli
Il mio insegnante di lettere all’istituto d’arte negli anni sessanta redarguiva me e i miei compagni del fatto che non avevamo alcuna passione per la cultura popolare. Oltre ai trattati di estetica crociana cercava d’inculcarci la cultura popolare che in Italia riesce a produrre più risultati della cultura ufficiale. L’artigianalità è ancora il tessuto produttivo e a volte riesce a raggiungere risultati di eccellenza. Così: in mezzo al mar ci stan camin che fumano… è cultura popolare autentica, figlia di tradizioni e spontaneità. Un artigiano che ama il proprio lavoro produce cultura. Alle Adunate degli alpini vorrei rivalutare i trabiccoli ed i loro creatori italiani estrosi, a volte approssimativi ma autentici come sanno essere gli alpini!
Guido Da Riva - Sassuolo (MO)
Ancora un alpino a Beirut
La mia generazione, ma credo non solo la mia, ha in testa un cliché degli ufficiali superiori che ricalca la descrizione fatta dall’aspirante ufficiale Ermes Rosa, nel bel libro “Arditi sul Grappa”, del primo incontro - era in leggero ritardo dovuto alla baraonda della guerra - con il comandante del suo reggimento. “Il colonnello ci guarda con i suoi occhi freddi, poi si alza con un crescendo di voce da far crollare la caverna, ci dice… insegnerò loro cosa vuol dire ubbidire sotto le armi… intanto tengano gli arresti”. Più di novant’anni dopo, all’Adunata di Torino, sfila un bel gruppo di alpini con al centro un generale di Divisione in servizio. Salutano festosi la folla che li acclama; sembrano avere appena varcato la soglia della caserma per la libera uscita.
VAL SUSA – Una targa a ricordo del btg. Exilles
La realizzazione del volume “Salvare la memoria, graffiti della Grande Guerra nei campi di battaglia dei cinque Comuni del Pasubio”, ha impegnato gli autori ed i loro collaboratori in numerose uscite nella zona. A passo Buole, sul muro a secco accanto alla cappella commemorativa sorta nel 1964, è inciso “3° Alpini Exilles” a ricordo degli alpini del btg. Exilles, del 3° Rgt., che furono impegnati nella costruzione della camionabile Marani-Passo Buole-Zugna. L’Exilles, dopo un periodo in linea sul Corno Battisti, l’11 febbraio 1917, passando per Schio, si trasferì in ferrovia in Val Lagarina alle dipendenze del XXIX Corpo d’Armata.
L'appello di Gilberto
Sono responsabile del gruppo alpini di Cernusco sul Naviglio. Ho sperato che la lettera appello di Gilberto Frattini (L’Alpino, ottobre 2011, pag. 5) rimanesse a livello sezionale ed invece mi ritrovo a dover affrontare di nuovo il problema a livello nazionale. Mi limiterò ad esporre solo i fatti. Scrive Frattini: “Purtroppo anni fa ho subito un grave infortunio sul lavoro”. Ad esclusione degli alpini, tanti purtroppo lo illusero che tutto si sarebbe risolto. Nei lunghi mesi di degenza, non solo ospedaliera, alcuni alpini del gruppo ebbero con lui contatti giornalieri nonostante la posizione logistica della sua abitazione non favorevole. In seguito gli alpini, non solo del mio gruppo, lo portarono alle Adunate e nell’ultima alla quale partecipò non lo si poté lasciare un solo istante. Occorreva la presenza di persona qualificata, anche per le recenti normative in vigore. Chiedo scusa se i miei alpini e tutti quelli che hanno collaborato con noi non hanno potuto fare di più.
Stefano Coronelli - Cernusco S/N (MI)
A COME ALPINI
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Acome Alpini, Z come Zaino. Un divertentissimo alfabeto di 44 vignette e storielle - fra aneddoti e momenti di vita vissuta - raccontate sul solco della memoria da Ettore Frangipane che, in sintonia con il lavoro di giornalista alla sede Rai di Bolzano, ha curato da sempre la passione per la satira un po’ scanzonata e mordace, ma sempre cogliendo con umorismo la vita, compresa quella da alpino. “Su questo Corpo, che è stato anche il mio - scrive nella prefazione - ho voluto spendere qualche ricordo: un po’ di nostalgia, un po’ di ironia, tanto affetto”. |
TRISTE ODISSEA DI UN ALPINO DELLA GRANDE GUERRA 1915-1918
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Le memorie di guerra di Giuseppe Lunardi, nonno dell’autrice. Classe 1893, emigrato in Germania, ritornò in Italia nel 1913 per il servizio militare, poi lo scoppio della guerra, la prigionia e il ritorno “a baita”. |
IL MIO CAMMINAITALIA
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Il giornalista e scrittore Corbellini ha percorso da solo e a sue spese, da Marsala a Trieste, 2000 chilometri del “Sentiero Italia” toccando i luoghi più legati alla storia nazionale, dall’Aspromonte di Garibaldi al Monte Corno di Battisti. Una testimonianza delle ricchezze storiche e artistiche che fanno grande il nostro Paese. |
E QUI, QUANDO FIORIRÀ LA TERRA?
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È il diario di 18 inesorabili mesi, che ci restituisce l’eroismo e l’umiltà di un uomo impegnato a dimostrare ogni giorno, a se stesso e agli altri, che la vita è sempre il dono più grande, anche quando ogni cosa attorno sembra suggerire il contrario. |
IL CALVARIO DEGLI ALPINI NELLE CAMPAGNE DI GRECIA E DI RUSSIA
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È un’opera che si distingue dalle precedenti perché basata su fotografie dell’archivio della brigata Julia e dell’aiutante di battaglia serg. magg. Santo Vincenzo De Paoli. Ne conta oltre 200 oltre a numerosi documenti inediti. |
UNA MONTAGNA, UNA STORIA
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La storia dell’assalto italiano al Kleiner Mittagshofel (1952 metri) nelle Alpi Giulie. Una battaglia breve, solo due giorni, in condizioni difficilissime, che fu un capolavoro di strategia anche se finito con un insuccesso dovuto alla tenacia degli austriaci, decisi a riconquistare quella piccola cima occupata con fatica l’anno precedente. |
1981-2011 – Trent’anni di Alpini a Locate Varesino
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Nel 30° di questo Gruppo della sezione di Como, il libro ripercorre la piccolagrande storia di un gruppo di uomini, lastricata dei valori e dell’impegno che contraddistinguono gli alpini, anche mantenendo viva la memoria di quanti non ci sono più. Il volume, particolarmente curato, è ricchissimo di belle foto a colori. |
ADAMELLO –ORTIGARA – GRAPPA
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“Mamma carissima, sia con te sempre la grande fiducia nei destini della Patria le cui tristi sventure saranno vendicate non per miracolo di oggi o di domani, ma per il frutto vittorioso di persistente sacrificio e lavoro di tutti gli Italiani. Ti bacia con forte affetto tuo figlio Antonio”. È la lettera che il tenente del 5° Alpini, battaglione Edolo, Antonio Leidi manda alla madre Ester, nel novembre del 1917. |