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mercoledì, 7 Maggio 2025

I nostri canti

Sono il magg. (c.a.) Antonio Mariani, classe 1941, direttore del coro Malga Roma della sezione di Roma dell’A.N.A. Agganciandomi ad una serie di interventi raccolti da L’Alpino, vorrei esprimere il nostro punto di vista sull’argomento canti di montagna e cori dell’A.N.A. che, rammento tautologicamente, è una Associazione d’Arma. Credo siamo tutti consapevoli del fatto che il canto alpino, così come tradizionalmente si intende, è un “genere” musicale ormai non più praticato nella naja (e non solo).

Valori non negoziabili

Prima di decidermi a mettere giù queste poche righe ho lasciato sbollire il sangue dopo la lettura dell’intervento di Luca Rota (gruppo Carenno-Bg). Voglio sottolineare la mia piena condivisione con quanto da Lei affermato nel numero in questione.

"La speranza dalle azioni inutili": bravo!

Ho appena letto l’editoriale “La speranza dalle azioni inutili” nell’ultimo numero de L’Alpino. È quanto di più bello abbia letto in assoluto sull’argomento. Non un commento. 

L’orgoglio dell’appartenenza

Non ho fatto la naja negli alpini, purtroppo. Poi grazie ad un amico, ho conosciuto la sezione di Casale Monferrato, la mia città (l’incontro è stato facilitato dalla meravigliosa bagna cauda annuale della Sezione, che è diventata un punto di riferimento per la mia famiglia e amici, ma è un dettaglio...).

Direttori tv, per elezione

Da alpino del 2°/1963, congedato a Tolmezzo col grado di “sergente in caso di richiamo” mi complimento per i ponderati concetti espressi, “fuori del gregge”, nel suo editoriale. Condivido appieno il richiamo a credere nell’Europa. Cosa possiamo fare per questa nostra Casa Comune messa in cattiva luce da tanti governanti? Sembra che il buonsenso e l’onestà abbiano smarrito la strada segnata dai tre grandi fondatori.

Un applauso al "Signore delle cime"

Sono un corista del coro ANA Roma da quasi 50 anni e, come amico degli alpini, ricevo e leggo la rivista. Sono rimasto stupito che si sia accesa una polemica sul notissimo brano di Bepi De Marzi “Signore delle cime” le cui parole sono essenzialmente una preghiera, una richiesta dell’eterno riposo per un Caduto; è una preghiera cantata e, come dicono le parole attribuite a Sant’Agostino, “chi canta bene prega due volte”. Si può pregare cantando con le parole di Signore delle cime o con “L’eterno riposo”, o con un brano del Requiem di Mozart, o perché no, del Requiem di Verdi, ma l’importante è cantare e pregare con il cuore, cioè “bene”, come diceva Sant’Agostino. Distinguere se la canzone di De Marzi sia per alpinisti o per alpini mi pare una questione di lana caprina.

L'altra metà del cielo

In riferimento alle recenti, più o meno velate polemiche, riguardanti la pubblicazione sul nostro giornale di articoli sul mondo militare al femminile e più in particolare alla loro quotidiana opera nell’ambito delle nostre Forze armate, desidero far rilevare, ad alcuni “oppositori” di quest’argomento, quanto segue. Da alcuni anni sono socio sostenitore dell’Istituto del Nastro Azzurro – che, per chi ancora non lo sapesse, raccoglie e custodisce le memorie storiche dei decorati al Valor Militare – e ogni mese ricevo la relativa rivista “Il Nastro azzurro”.

Bene e male, visione etica o politica?

Mi permetto con la presente di dissentire con forza da alcuni concetti da Lei espressi nell’editoriale dell’ultimo numero de L’Alpino, che mi pare siano non solo alieni al contesto associativo e a quello culturale relativo, di cui la stampa sociale è voce peculiare, ma pure in contrasto con il nostro stesso statuto.

Tagli, e basta evasione fiscale

Una proposta semplice, ma molto importante, alla nostra classe politica e di governo in un momento di crisi economica e sociale, così drammatico, in cui sempre più cittadini sono senza un posto di lavoro, sono alla fame, non hanno più niente. Tagli agli stipendi d'oro e alle buone uscite milionarie, è ora di incominciare a mettere mano agli stipendi di manager pubblici e privati, poi certi giornalisti, presentatori, conduttori di programmi TV, calciatori, allenatori, piloti di auto e moto da corsa e tante altre categorie di liberi professionisti previlegiate.

Largo ai giovani!

Vorrei esprimere tutta la mia stima e considerazione a Mariolina Cattaneo, per le sue qualità di ottima giornalista, che sa egregiamente rappresentare gli eventi della nostra storia recente e contemporanea con grande efficacia e sensibilità umana.

Mario e lo spirito alpino

Sono Mario Rigamonti, nato a Bergamo il 17 settembre 1940. Mi scuso subito per le mie richieste, ma ho bisogno di recuperare me stesso e la mia vita passata, ritrovando luoghi e persone che, a causa della mia salute, sono scomparse dal mio “archivio” che ho in testa. Sono stato colpito da ictus circa 16 anni fa e ora sono in carrozzella, invalido totale. 

Italiani brava gente

Mi sembra importante metterla a parte di una positiva valutazione di parte avversa riguardo agli alpini. In “Trans Europa Express” di Paolo Rumiz (editore Feltrinelli) l'autore racconta di un suo viaggio lungo il confine orientale dell'Unione Europea.

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