VITTORIO VENETO A Montaner d'Italia: adunata sezionale e nuova sede

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    La pioggia è caduta per tutta la mattina, senza tregua. A Montaner, piccolo paese alle pendici del bosco del Cansiglio, sotto un cielo grigio e nuvoloni bassi che coprivano il panorama tutto intorno, c’erano comunque tanti alpini. L’alzabandiera e l’inno di Mameli, davanti al monumento ai Caduti, hanno dato inizio alla cerimonia, poi la deposizione di una corona sulle note del Piave , fiume simbolo di questa terra.

    Acqua e forte vento anche dopo la Messa, all’uscita dalla chiesa. Nonostante questo però, gli alpini, che proprio non volevano rinunciare alla sfilata, si sono inquadrati e con in testa la fanfara di Borsoi hanno marciato fino alla nuova sede. Lì dinnanzi, una breve cerimonia con lo scoprimento di un piccolo monumento a ricordo del sacerdote alpino, promotore del gruppo, monsignor Giuseppe Faè, figura nobilissima di cappellano durante la prima guerra il quale, una volta tornato a baita, si adoperò per la costruzione di una scuola che desse ospitalità ai bambini orfani e che oggi è l’asilo del paese.

    Il taglio del nastro ha permesso a tutti l’ingresso nella bellissima baita , costruita con enormi sacrifici e tanto lavoro ricorda il capogruppo Francesco De Martin da parte degli alpini e con l’indispensabile contributo economico della Banca Prealpi e del Comune. Poi l’intervento commosso del sindaco Eddi Canzian e ancora quello del presidente Angelo Biz, che ha parlato con orgoglio della sua sezione, piccola è vero, ma con bellissime realtà al suo interno: tre cori, il celebre reparto salmerie e una fanfara che oggi è ancora un sogno, ma domani chissà

    La chiusura degli interventi è toccata al consigliere nazionale Nino Geronazzo: davanti a lui tanti alpini, tante zucche diverse fra loro, bocia e veci, occhi segnati dalla fatica, mani grandi e forti, camicie a scacchi e abiti eleganti insieme, così, magicamente dal ministro al mandriano . Geronazzo ha parlato della ragione che spinge gli alpini a ritrovarsi nonostante tutto, a restare uniti, a continuare il cammino tracciato dai Padri fondatori che vollero questo sodalizio: I nostri Veci ha concluso si sono stretti in cerchio e hanno giurato di non aprire la catena se non per dar la mano a chi s’aggiunge: dobbiamo ricordarlo sempre, questo nostro giuramento .

    È una promessa antica, che ha più di 90 anni, una promessa a cui gli alpini hanno voluto tener fede ovunque, in tutta Italia e anche qui, a Montaner, piccolo paese affacciato sull’elegante pianura veneta.

    Mariolina Cattaneo

    Pubblicato sul numero di settembre 2010 de L’Alpino.