Belluno, la nostra Patria ideale

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    Noi alpini veneti abbiamo sempre guardato a Belluno come alla nostra Patria ideale. Cadore! , si grida e si canta ancora nelle nostre Adunate, nei nostri incontri, nelle nostre sedi dove i ricordi scorrono nell’armonia, nella fraternità mai intaccata da divisioni partitiche, mai guastata dall’imbarbarimento della politica che sta distruggendo l’unità nazionale. Belluno con i monti del Sole, il Nevegal, l’Alpago, Ponte nelle Alpi, il Piave! Anche se da qualche tempo i governi hanno chiuso le caserme dove abbiamo vissuto intensamente il breve tempo della giovinezza con la penna nera, la città che apre le strade e le valli alle montagne più belle del mondo è rimasta e rimarrà sempre nei nostri cuori. Provo perciò una tristezza immensa, che sfocia nella vergogna, anche nella rabbia, per il fatto che nel ricordo per i nostri alpini caduti in Afghanistan, i leghisti bellunesi, che siedono nelle poltrone di comando del Comune, si siano manifestati contro il Tricolore da esporre nella città che per decine e decine di anni ha espresso l’italianità con autentica passione alpina. In tempi non lontani ho visto gruppi di alpini trevigiani esporre cartelli con la scritta dime can ma no talian . Sappiamo tutti di quell’ufficiale alpino bellunese in congedo che ha organizzato le Penne Verdi da inserire nelle capillari organizzazioni leghiste. Mi aspetto ora che la nostra Associazione deplori ufficialmente questi fatti e queste iniziative.

    Bepi De Marzi

    Pubblicato sul numero di novembre 2010 de L’Alpino.