Leva e spirito di Corpo

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    Sono un alpino di leva da poco congedato. Dopo il CAR al btg. Edolo sono stato inviato alla Taurinense dove ho conosciuto moltissimi alpini professionisti, bravi ragazzi quasi tutti motivati che mi hanno sempre trattato bene, da veri professionisti. Ma in loro non sentivo l’alpinità: il sapersi capire con uno sguardo, il sapersi incoraggiare con un gesto. Rientrato a Merano, ho ritrovato i vecchi amici di leva che mi hanno fatto sentire come uno che non è mai partito. Voglio ringraziare il tenente Tombolato, che con la sua forza d’animo ha saputo unirci
    ancora di più facendoci capire cosa vuol dire spirito di Corpo . Durante le marce, quando ero al limite della fatica, pensavo a mio zio, alpino, Caduto in Russia, e allora mi sentivo in dovere di resistere.


    Claudio Rossi


    Per il tuo tenente il servizio di un ufficiale è ancora una missione e non un mestiere: lo si capisce dall’entusiasmo con il quale parli di lui e della leva. Non è vero che spariremo, come dici nel resto della lettera: trasferisci questi tuoi sentimenti nei giovani della tua zona e convincili ad arruolarsi come VFA; è il modo migliore per garantirci il futuro.