Ho letto con piacere il fraterno saluto che il nostro nuovo presidente Favero ha inviato a tutti gli alpini. Ho apprezzato molto il modo con cui si pone al servizio dell’ANA e di tutti gli alpini con umiltà e tanto coraggio. Forza presidente, avanti con la morale che l’alpinità richiede, fatta di fatica, sudore e tanta fratellanza, e a tale proposito dedico a lei e a tutti gli alpini un breve scritto. Come si riconosce un alpino? Chi identifica l’alpino è il suo cappello.
L’alpino lo guarda con venerazione e amore, sì, perché il suo cappello è come un diario mai scritto, in pochi secondi ti fa rivivere momenti lontani, di tanta fatica, di sudore, di tristezza ma anche di immensa gioia. Quando ci hanno messo in testa la prima volta il cappello è come aver ricevuto un altro battesimo (ci è stato instillato lo spirito di Corpo). Cosa sarebbero l’alpino e il suo cappello senza lo spirito di Corpo? Come farebbero gli alpini a fare tutto quello che fanno se non lo facessero con amore senza nulla chieder per se stessi. Guardando la televisione dovunque ci sono calamità naturali, dove c’è necessità di aiuto, ecco che spuntano le penne nere con la loro gran voglia di fare. L’alpino ha una caratteristica fondamentale, quella di dare con tutte due le mani perché considera l’altro come se stesso e questo si chiama amore come il nostro gruppo (Alpini per amore).
Diano – Concorezzo (Milano)
C’è tanto cuore nelle tue parole, caro Diano. Bisogna però precisare che il cappello è un simbolo importantissimo, ma il suo valore dipende esclusivamente dalla testa che lo calza.