STORIA SEZIONI ESTERO Pochi, ma tenaci e appassionati

    0
    378

    Il 14 aprile 1956 è una data importante per gli alpini in Argentina. Non sono ancora riuniti in sodalizio, e alcune penne nere simpatizzanti del CAI frequentano la sede del circolo triestino di Buenos Aires. Sono reduci delle due guerre mondiali tra i quali si distingue il gen. di brigata Giovanni Corniani, un gentiluomo piemontese dalla volontà ferrea, capo di Stato Maggiore della Divisione Julia nella Campagna greco albanese. Gli sono accanto il col. Luigi Incisa di Camerana, il cap. Giuseppe Zumin, il cap. Mario Didero e altri, futuri dirigenti della locale sezione dell’ANA. Ed è proprio al circolo triestino che, quel giorno, viene consegnata per conto del CAI di Buenos Aires la prima Bandiera di Guerra a un’unità di montagna dell’esercito andino. È certamente un avvenimento di buon augurio perché due mesi dopo, il 26 giugno 1956, in un locale pubblico di Buenos Aires, alla presenza del gen. Corniani e di Vittorio Pozzo, maggiore degli alpini e commissario tecnico della nazionale di calcio, alcuni soci della sezione di Torino costituiranno il gruppo Argentina.

    Il 3 dicembre 1957, sempre la sezione di Torino, fa omaggio del vessillo al Gruppo appena costituito che diventa, previa assemblea, Sezione, alle dipendenze dirette della sede centrale di Milano. Viene eletto presidente il gen. Giovanni Corniani. Sempre nel 1957, la prima adunata a Mar del Plata, la sola città argentina dove esiste un monumento ai Caduti italiani (altri verranno costruiti più avanti). In quegli anni gli alpini diventano una realtà rilevante per l’Argentina e punto di riferimento per la numerosa comunità italiana. Nel 1958 si costituiscono i gruppi di patronesse e di amici degli alpini La presenza di molti alpini emigrati contribuisce alla formazione di 30 gruppi (ora sono 29) in tutto il Paese, da Jujuy a Esquel, con circa 1300 associati. Attualmente i soci sono 148 con 81 aggregati, sempre perseveranti e impegnati nel sociale.

    I presidenti della Repubblica italiana, Giovanni Gronchi nel 1961, e nel 1965 Giuseppe Saragat, andarono in Argentina in visita di Stato. In entrambe le circostanze agli alpini fu assegnato un ruolo di fiducia. Sempre nel ’61, a Conception de Uruguay, viene inaugurato un monumento, progettato e costruito dagli alpini, con la scritta All’Italia e ai suoi figli, auspice l’Associazione Nazionale Alpini . Sono molto amati gli alpini d’Argentina. Un ragazzino, assistendo a Buenos Aires ad una manifestazione della sezione, per esternare la sua ammirazione gridò che gli alpini erano i gauchos italiani. Per apprezzare la battuta bisogna considerare che per gli argentini il gaucho è simbolo di fierezza, generosità, indipendenza. Nel marzo del 1962 il gen. Corniani lascia l’Argentina e il capitano Giuseppe Zumin viene eletto nuovo presidente sezionale.

    Nel 1963 la sezione si ingrandisce. Il gruppo Uruguay (fondato nel 1957) raggiunge 50 iscritti e assume così il rango di Sezione con presidente Rinaldo Testoni. Nel 1964 Luigi Fraccaroli costituisce il coro sezionale, composto da una trentina di voci e nel 1965 nasce il coro del gruppo La Plata, sotto la guida di Lorenzo Mozzone. I cori partecipano a tutte le manifestazioni a carattere patriottico e nazionale e alle manifestazioni indette da Ambasciata e Consolato. La loro presenza dà lustro ai raduni in tutto il paese e a quelli in Italia, almeno fin quando è stato possibile partecipare, data la distanza. Nel 1967, per la prima volta, l’allora presidente nazionale ANA, Ugo Merlini, intervenne all’adunata sezionale; L’Alpino dedicò ampio spazio all’avvenimento.

    Nel 1968 viene inaugurato a Cordoba il rifugio sezionale Monte Ortigara, a Neuquen gli alpini dei gruppi di Bariloche e Villa Regina inaugurano la prima casa di un villaggio destinato all’infanzia abbandonata, dedicato a don Carlo Gnocchi, oggi beato. Intanto, giovani ufficiali argentini formatisi alla Scuola Militare di Aosta (tradizione questa che continua ancora oggi), contribuiscono alla preparazione dei soldati da montagna argentini di stanza a Bariloche. È qui, nel 1965, che viene creato il Destacamento de Instruction Andina al quale gli alpini offrono la Bandiera di Guerra, benedetta da don Callisto Schincariol cappellano sia degli alpini che dei militari andini.

    Il 20 ottobre 1973 il distaccamento si trasformerà nella Escuela de Instruction Andina, ed è in questa occasione che arriva dall’Italia l’allora presidente nazionale Franco Bertagnolli insignito dal Comando dell’esercito argentino dell’onorificenza Condor Dorado . Ed ecco la consegna della seconda bandiera di guerra sulle note dell’inno argentino e di Stelutis alpinis . Ne seguiranno altre due, a compagnie di nuova formazione. Raccontiamo un episodio piccolo ma significativo della stima che nutrono per noi i militari argentini. Il 13 ottobre del 1974 a Jujuy viene indetto il raduno dei gruppi del Nord. Nella piazza d’armi del reggimento Cazadores de los Andes , il comandante del reparto chiede che sia il capitano Zumin, presidente della sezione ANA, a issare la bandiera argentina e ordina ai suoi soldati di rendere gli onori agli alpini.

    Nel 1976 si tiene la prima edizione dei campionati di tiro a segno della sezione argentina. Il trofeo che verrà consegnato al vincitore viene offerto dal capitano Serajevo Albisetti, della sezione di Varese. Nel 1980 gli alpini offrono alla Scuola Militare Andina di Bariloche la statua della Madonna delle Dolomiti. L’aeronautica militare per l’occasione mise a disposizione un aereo per la manifestazione: uno dei tanti segni di stima. Nel 1986 ha luogo la 24ª adunata della sezione Argentina e una delegazione dell’ANA nazionale vola a Buenos Aires realizzando il 9º incontro con gli alpini d’oltremare.

    Nel gruppo di circa 200 persone c’erano l’allora presidente nazionale Leonardo Caprioli (che è stato insignito del Condor Dorado honoris causa da parte dello Stato Maggiore argentino e nominato Cavaliere della Montagna, ordine ufficiale concesso dalla Escuela Militar de Montana) il segretario nazionale Renzo Tardiani, gli allora consiglieri Pierluigi Caldini e Angelo Todeschi, l’addetto alle sezioni estere Giovanni Franza e il direttore de L’Alpino Arturo Vita. C’erano anche i vessilli sezionali di Como, Varese, Sondrio, Aosta e Germania Federale. Una citazione meritano gli alpini del gruppo più australe del mondo, Esquel, un bel gruppo di friulani guidati da Gelindo Rossi.

    Dopo aver trasformato la propria sede in una cappella dedicata alla Sagrada Famiglia e agli Alpini, hanno progettato la costruzione di un centro comunitario per gli indios di Esquel, che dovrà servire quale luogo di riunione, ma soprattutto come infermeria e posto di assistenza medica per i nativi, gente poverissima ed abbandonata. Si tratta di indios della tribù Tehuelche, che quando incontrano gli alpini li chiamano hermanos perchè: …avete la penna come noi e li salutano con un: Mandi barba . E siamo al 1998, con un’altra visita in Argentina, dal 27 ottobre al 5 novembre, inserita in un giro che ha toccato anche il Brasile e il Perù.

    Al suo arrivo, la comitiva è stata accolta a Buenos Aires dal presidente Fernando Caretti. É stata subito festa alla quale si sono uniti anche gli alpini dei gruppi di Rio de Janeiro. Dopo un bel pranzo, visita alla sede del giornale L’Eco d’Italia con scambio di doni ricordo e le allocuzioni, con molta commozione reciproca. Il giorno dopo S. Messa officiata dal cappellano don Mecchia nella chiesa di Nostra Signora de los Emigrantes nel caratteristico quartiere di Boca che nei primi del Novecento fu rifugio per i nostri emigranti.

    Il 4 novembre l’allora delegato per le sezioni all’estero Franza partecipava alle celebrazioni della Vittoria con una cerim
    onia al monumento all’eroe nazionale argentino Josè de San Martin. Erano presenti le rappresentanze di tutte le Associazioni d’arma italiane, un reparto della Guardia Repubblicana Argentina, un gruppo di incursori della Marina argentina e, sorpresa, un plotone di marò del battaglione San Marco. Mai come allora, accanto a quei ragazzi in divisa, i nostri emigranti, felici e commossi, hanno respirato l’aria della Patria lontana. E arriviamo al 2007, con la visita in Argentina dal 15 al 22 marzo di una delegazione ANA.

    All’arrivo all’aeroporto di Buenos Aires, la delegazione, capeggiata dal presidente Corrado Perona accompagnato da Ornello Capannolo è stata ricevuta da Fernando Caretti, presidente in carica della sezione Argentina, e da un folto gruppi di alpini. Dopo i saluti visita allo stabilimento siderurgico dei fratelli alpini bergamaschi Roberto e Piero Baccanelli, uno dei più grandi dell’Argentina. Storia tipica di tanti emigrati, la loro, che col duro lavoro hanno fatto onore all’Italia. Si prosegue con la visita alle scuole realizzate da monsignor Mecchia, 62 anni di sacerdozio e 50 come cappellano militare dell’Esercito argentino. Costruite anche con i contributi di alcune sezioni italiane ospitano 1.400 ragazzi.

    Il giorno successivo visita a La Plata per l’incontro con gli alpini del gruppo capeggiato da Umberto Sina, poi visita alla scuola Dante Alighieri, frequentata da 2000 studenti. Fra le materie, anche la lingua italiana: da notare che gli studenti indossano una divisa con il bordo tricolore. Non poteva mancare la deposizione di una corona al monumento ai Caduti, alla presenza del console italiano a La Plata Lina Ventaglia. Il 18 marzo è il gran giorno del 50º anniversario della sezione. Ammassamento e sfilata con lo schieramento dei vessilli delle sezioni Argentina, Cile, Modena, Bolognese Romagnola, Asti e Domodossola.

    Presente alla cerimonia il console Occhipinti e numerosissimi cittadini. Monsignor Mecchia ha poi celebrato la Messa al termine della quale Caretti ha ringraziato il presidente Perona. Molto appassionata la risposta del presidente che ha ricordato i sacrifici affrontati dagli alpini residenti in questa bella terra di Argentina: …una seconda Patria che avete sempre rispettato e amato, così come ricordate l’Italia, la vostra Patria natia . Nel corso degli anni la sezione è stata guidata da: Giovanni Corniani, Giuseppe Zumin, Remo Sabbadini, e l’attuale presidente Fernando Caretti. Bella figura, quella di Caretti, carattere sanguigno e polso fermo alla guida della sezione. Nato a Pallanza (Verbania) nel 1926, emigrato in Argentina nel 1950, ha lavorato per la Cantabrica, importante azienda che si occupa di laminatoi e macchine agricole.

    Ha insegnato per 22 anni come professore aggiunto alla cattedra di macchine agricole all’Università Cattolica di Buenos Aires, ricopre molteplici prestigiosi incarichi, ed è Cavaliere della Repubblica Italiana. Pochi, ma tenaci e appassionati, questi alpini di Argentina: con loro il nome dell’Italia all’estero è sempre alto.

    Questi i 29 Gruppi della sezione Argentina: Bahia Blanca, Buenos Aires Centro, Buenos Aires Nord, Buenos Aires Ovest, Buenos Aires Sud, Campana, Catamarca, Concepcion del Uruguay, Cordoba, Esquel, Florencio Varela, General Roca, Jujui, Junin, La Plata, Mar del Plata, Mendoza, Moron, Neuquen, Olavarria, Posadas, Punta Alta, Quilmes, Rosario, San Martin Caseros, Santa Fè, Tandil, Tucuman, Villa Carlos Paz.

    a cura di Giuliana Marra

    Pubblicato sul numero di febbraio 2010 de L’Alpino.