Il Cimone è la vetta più alta di un sistema montuoso che scende verso sud in direzione di Arsiero. Durante la Grande Guerra con la Quota Neutra e il monte Cavioio, il Cimone era parte di un imponente sistema difensivo e di comunicazione per l’esercito italiano. Lo sapevano naturalmente anche gli austriaci, e proprio lì, infatti, il 23 settembre 1916 i soldati dell’imperatore fecero brillare una mina che tra morti, feriti, dispersi e successivi prigionieri, provocò la perdita di oltre 1.100 uomini tra ufficiali e soldati. Per avere una vaga idea della potenza della mina esplosa, basti pensare che essa provocò un cratere di 55 metri di diametro e 22 metri di profondità.
Gli italiani ripiegarono poi verso Quota Neutra, mentre gli austriaci rimasero esattamente dov’erano. Questi i fatti di allora. Oggi, sul Cimone, dopo due anni di studi certosini delle fonti e di attenti lavori in un ecosistema delicatissimo, è stato inaugurato il recupero della Hexenkessel, la Bolgia delle streghe, e della Quota Neutra. Un recupero che è parte di un ampio progetto stabilito dalla legge 78 del 2001 sulla tutela del patrimonio storico della prima guerra mondiale e che, tra i molti attori coinvolti, ha visto operare sul campo le squadre della Protezione civile della sezione di Vicenza. Ricorda Giuseppe Galvanin, presidente sezionale: Il senso del nostro impegno è quello di ripercorrere i sentieri della storia e di affidarla alle nuove generazioni.
Ci avviciniamo al 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia: bisogna capire che l’unità, passa anche da queste montagne sacre dove hanno combattuto alpini e fanti, soldati che venivano da ogni parte del Paese . Molto è stato fatto per (ri)dare dignità storica al monte che non meno del Pasubio, dell’Ortigara e del Grappa è stato teatro bellico delle miserie e nobiltà umane della Grande Guerra. Si va dal recupero del cimitero autro ungarico a quello del sistema difensivo composto da trincee scavate in roccia lungo tutto il ciglio dell’Altipiano, camminamenti, postazioni scavate in roccia, ricoveri in caverna, resti di baraccamenti e piazzole d’artiglieria; dai ricoveri in caverna e resti di baraccamenti alla ‘Bolgia delle streghe’ ai ricoveri in caverna italiani sul versante sudovest della cima e perfino il camminamento d’approccio, l’ingresso della galleria di mina (galleria sud) e il cratere di scoppio.
Questo è un intervento di recupero che vuole essere soprattutto civico, spiega Flavio Rodighiero, il parlamentare che ha promosso la legge sulla tutela del patrimonio storico della grande guerra. Di conservare e valorizzare i luoghi della grande guerra parla anche Enrico Hullweck, capo della segreteria del ministero dei Beni Culturali. Valorizzare vuol dire imparare. Queste realtà non meritano una lettura fuggevole sui libri di storia: da qui si capiscono le mostruosità della guerra; questi sono i libri aperti che dobbiamo continuare a leggere, dice Hullweck.
In questo, come nel recupero dei manufatti del Cimone, sottolineo il rilevante compito delle associazioni d’arma come l’ANA, che sono spiritualmente e umanamente legate ai tragici eventi della Grande Guerra .
Federico Murzio
Pubblicato sul numero di ottobre 2010 de L’Alpino.