Chi ha avuto il privilegio di partecipare al raduno di Briançon del 12 14 settembre sa di aver vissuto un’esperienza irripetibile. Forse tutti i presidenti di sezione che organizzano analoghe manifestazioni sono convinti dell’unicità della loro iniziativa, e c’è del vero in questo, ma Renato Zuliani, sezione Francia, determinato artefice della prima adunata di raggruppamento all’estero, può vantare un primato da incorniciare.
Non si tratta di una trasferta in uno dei tanti paesi targati Europa, parliamo di un incontro storico tra commilitoni che nonostante siano passati quasi settant’anni non hanno ancora dimenticato il nefasto 10 giugno 1940, quando, dopo un secolo di storia che aveva visto le armate francesi e italiane sempre dalla stessa parte, si sono trovati gli uni contro gli altri proprio nel momento in cui la Francia era in ginocchio.
A sciogliere questa ruggine e a ristabilire un rapporto amichevole ha contribuito lo spirito del montagnino autentico, tenace e testardo, incapace di non sentire un legame stretto con chi frequenta le stesse montagne. Cacciatori delle Alpi, sciatori esploratori, fanteria alpina, tutte specialità legate ai reparti di montagna, hanno formato per un secolo corpi eletti dell’esercito francese corrispondenti alle nostre Truppe alpine. A Briançon è di stanza il 159º reggimento dei fanti alpini e quindi non c’era città più idonea ad ospitare una grande manifestazione di penne nere. Poco importa se questo reparto ha i mesi contati in omaggio ad una ristrutturazione che anche Oltralpe significa tagli.
La cronaca. Venerdì pomeriggio il Labaro con il presidente Corrado Perona è al Passo del Monginevro con un folto gruppo di alpini, vessilli e gagliardetti. Dopo una breve sfilata a Clavière entra in terra francese e lì ad accoglierlo c’è un picchetto armato con bandiera di guerra. Momenti di autentica commozione, di soddisfazione e di fierezza. I soldati di montagna, con il basco e quelli con la penna, sono sull’attenti a rendere omaggio al Labaro nel segno della fratellanza alpina. Perona varca la linea del vecchio confine con passo deciso ma il cuore in tumulto.
Si ferma davanti alla bandiera di guerra del reggimento francese, saluta e incassa la simpatia di tutti. Cerimonia semplice, piena di significato e di tensione emotiva. Bellissima. Alle 17, a Briançon, cerimonia ufficiale in onore dei Caduti alla presenza delle autorità cittadine e di tanti alpini arrivati nel frattempo nella città del Delfinato. Il Servizio d’Ordine ha già allestito la sua base logistica in una caserma dismessa, a fronte della sede del 159º Reggimento. Come sempre funzionano a pieno ritmo la macchina operativa e l’immancabile tendone mensa, con animazione najona da parte del presidente emerito Parazzini.
La mattina del sabato è dedicata all’assemblea dei presidenti del 1º raggruppamento. Dirige i lavori il presidente di Casale Monferrato Gianni Ravera. Sul tappeto un nutrito ordine del giorno con particolare attenzione ai problemi riguardanti la struttura dei mini raggruppamenti, la scelta dei consiglieri nazionali e la non automatica riconferma nel loro secondo mandato triennale. Discussione serrata, tanti interventi e decisione di approfondire la riflessione prima di decidere eventuali cambiamenti. Nel pomeriggio la bella chiesa della Collegiata N. D. e Saint Nicolas, navate severe, strutture possenti in armonia con la città più alta e meglio fortificata d’Europa, capolavoro dell’architetto Vauban, dichiarata recentemente patrimonio universale dell’Unesco, messa solenne alla presenza di autorità civili, militari e tanti cappelli alpini.
Celebra don Mauro Capello, penna bianca del 3º Alpini. Nella predica manifesta la sua gioia per lo spirito di amicizia che si respira in una chiesa dove si trovano assieme penne nere, baschi blu (chasseurs), bianchi (skieurs éclaireurs), bandiere, vessilli e insegne nel nome dell’amicizia e della pace. In Kosovo ho visto i nostri soldati fianco a fianco con i colleghi francesi e ho imparato ad amare gli alpini per la loro semplicità e la disponibilità ad aiutare tutti .
Il sacro rito è accompagnato dal coro di Alessandria, molto applaudito e la Preghiera dell’Alpino è recitata in lingua italiana e francese. Subito dopo, sulla piazza antistante il municipio, il sindaco di Briançon, Alain Bayrou, con al fianco il presidente della regione Hautes Alpes, il generale Martre, presidente dell’unione delle Truppe da Montagna e il presidente nazionale degli esploratori e Chasseurs francesi, Samuel Petermann, vero artefice assieme a Zuliani del gemellaggio e della manifestazione alpina, ha espresso piena soddisfazione di ospitare gli alpini nella sua città, che oltre ad avere un glorioso passato militare ha l’orgoglio di essere sede delle ultime truppe da montagna dell’esercito francese.
Il presidente Perona ringrazia per la calorosa accoglienza ed evidenzia come la simpatia della cittadinanza si colga in ogni angolo della città. È la gente di montagna. Ieri abbiamo deposto una corona al monumento ai Caduti: non c’è differenza per noi nell’onorare chi ha dato la vita per la Patria . Un saluto caloroso lo riserva agli chasseurs e a tutti i soldati di montagna. Con loro c’è sintonia di sentimenti e di ideali che si concretizzano nella comune appartenenza alla Federazione Internazionale dei Soldati di Montagna (IFMS). In serata, nel corso della cena offerta dalla municipalità, fa irruzione nella sala da pranzo la fanfara del 159º Reggimento e si esibisce in un brioso e simpatico carosello, concludendo con l’Inno di Mameli e la Marsigliese.
La mattina di domenica un bel sole settembrino illumina di una luce intensa le montagne imbiancate da una precoce nevicata. Tutto questo va ad accrescere il fascino di un panorama montano così congeniale agli alpini. Poco importa se nella notte il termometro ha segnato zero gradi. Di primo mattino una colonna lunghissima di pullman va a riempire tutti i parcheggi e all’ammassamento c’è il fervore dei grandi eventi. Vessilli e gagliardetti srotolati in fretta, fanfare che scaldano gli strumenti, consiglieri nazionali tirati a festa (Nebiolo, Gazzola, Bertino, Gatti, Superina, Sosello, Sala) e il Labaro che fa il suo ingresso nell’area riservata alle autorità animano una città improvvisamente trasformata in palcoscenico. E a riprenderla c’è RAI3.
La sfilata attraversa tutta la Cittadella storica e percorre un tratto del grande viale dal quale si dipartono le strade per le quattro valli che convergono su Briançon. Lungo tutto il tragitto, per due ore e mezza, l’applauso continuo e caloroso scalda anche le tribune dove si vedono solo facce soddisfatte. L’avvenimento è andato al di là delle più rosee aspettative e bisogna riconoscere che le sezioni del 1º Raggruppamento hanno risposto in modo encomiabile. Il quotidiano locale Le Dauphiné Libéré, nell’edizione domenicale, è uscito con una foto gigantesca in prima pagina con dedica agli alpini e servizi molto lusinghieri sulla loro presenza in città. Manifestazione pienamente riuscita, bravi, alpini della sezione Francia!
Pubblicato sul numero di ottobre 2008 de L’Alpino.