Domenica 6 luglio ero al raduno nazionale al sacrario della Divisione Cuneense al Col di Nava. Il caso mi ha riservato una sorpresa. Mentre era in corso l’ammassamento, mi trovavo con il cappello in testa, sul ciglio della strada ad osservare il panorama. Con la coda dell’occhio ho notato l’approssimarsi di un generale di Divisione, scrutandolo incuriosito.
Questi, senza mostrarsi altero, anzi accennando un sorriso, mi ha rivolto il saluto militare e mi ha salutato a voce, sebbene non ci conoscessimo. Gli ho detto d’istinto: “Mi scusi… sarebbe toccato a me salutarla per primo: sono solo un tenente, peraltro in congedo…”. Il generale ha replicato: “Non si preoccupi: più in alto si sale più si deve servire!”. Una frase che mi è risuonata dentro per tutto il tempo della cerimonia. Al termine ho rivisto il generale insieme ad altri ufficiali. Ho pertanto sentito il dovere di ringraziarlo per le sue toccanti parole, ricevendo da lui un’ulteriore significativa risposta: “Questo è quanto ho sempre detto, anche agli allievi dell’accademia…”. A casa ho poi scoperto di avere incontrato il generale degli alpini Marcello Bellacicco, come me nativo di Savona. Una prestigiosa carriera contraddistinta da numerose missioni di pace, non ultima quella in Afghanistan, in particolare a Herat e a Kabul. È stato un episodio fortuito che mi resterà impresso: ho avuto la fortuna di conoscere un “Vir”, nel vero significato del termine latino indicante l’uomo, in quanto valoroso e forte, sobrio nei gesti e nelle parole. Un concreto esempio di ufficiale degli alpini.
Antonio Rossello – Gruppo Le Albissole (Savona)
I veri grandi non attingono la grandezza dalle poltrone che occupano o dalle stellette che li decorano, ma dall’animo che hanno dentro. È una legge che vale per tutti, a prescindere dai ruoli sociali e dalla cultura.